Niente preti, arrivano le suore eritree
Una volta si recavano dall’altra parte del mondo per aiutare il prossimo. Oggi, invece, c’è quasi più bisogno di loro qui che altrove. In Vallarsa, nei giorni scorsi, sono arrivate dall’Eritrea tre suore cappuccine che d’ora in avanti daranno il loro supporto, non solo spirituale ma anche sociale, agli abitanti della valle, aiutando gli anziani soli e chiunque si trovasse in difficoltà. Domenica, alle 15, nella chiesa arcipretale di Parrocchia, le tre sorelle eritree - Saba Habtemicael, Lemlem Dighetai e Ghidei Ghebreyesus - verranno accolte con una grande festa. A dar loro il benvenuto nella nuova Fraternità di Vallarsa, la terza in Italia dopo quelle di Venezia e Albenga, anche l’arcivescovo Lauro Tisi. «Siamo veramente contenti di questo arrivo - afferma Paolo Stoffella, presidente dell’associazione l Tucul -. È da un po’ di anni che stiamo assistendo a una lenta ma costante diminuzione di parroci. Una volta quasi tutte le frazioni ne avevano uno. Oggi c’è solo don Francesco Scarin, parroco anche di Santa Maria a Rovereto che, seppur aiutato da un collaboratore, deve farsi in quattro per garantire servizio a tutte e 42 le frazioni. Da qui l’idea di chiedere alla suore eritree, che conosciamo da oltre vent’anni grazie ai progetti di solidarietà avviati in Africa dalla nostra associazione, di darci una mano».
La dinamica è più che nota: la crisi delle vocazioni e l’inarrestabile ridursi dei preti costringe i pochi rimasti a un super lavoro, facendo fronte alle molteplici, troppe, esigenze, di un territorio così esteso e di una popolazione sempre più anziana e sola. La presenza delle suore, che vivranno nella canonica di Parrocchia, recentemente restaurata ma rimasta poi vuota, garantirà un servizio continuo alla valle e alle sue parrocchie. Una presenza, la loro, decisamente in controtendenza, che fa riflettere. «Negli ultimi decenni - fa notare Stoffella - abbiamo visto sparire le suore dagli asili, dalle case di riposo e dagli ospedali del territorio. Riaverle tra di noi è una grande soddisfazione. In Eritrea le suore cappuccine sono oltre 100 e credo che anche per loro loro sarà una bella occasione per uscire dal difficile contesto in cui vivono e mettersi in gioco qui».
Tramite «Il Tucul», associazione nata nel 1994 e impegnata in progetti di sviluppo di tipo igienico-sanitario e formativo in Eritrea, alcune di loro avevano già avuto modo di visitare la Vallarsa in occasione della fiera di San Luca. Per altre invece è la prima volta. Se per anni, dunque, i volontari vallarseri si sono recati là per dare una mano, adesso le tre sorelle eritree, che questa settimana hanno già avuto modo di acclimatarsi, «contraccambiareranno» il favore.
Per accoglierle, e far sì che possano sostenersi, è nata anche un’associazione «Suore cappuccine in Vallarsa - Scv», costituitasi per condividere gli sforzi «affinché nulla alle suore, venute con niente ma ricche di amore, possa mai mancare». La risposta è stata grande: c’è chi ha portato nuovi piatti e stoviglie per la cucina, chi ha donato i piumoni per l’inverno, chi gli arredi per rendere più accogliente la loro nuova casa. Anche il Comune ha accolto con entusiasmo l’iniziativa: «È veramente raro al giorno d’oggi vedere riaprire una realtà come questa. Credo di non sbagliami nel dire che don Lauro, che sarà con noi domenica, in questi ultimi anni abbia passato più tempo a salutare frati e religiosi che accoglierne di nuovi. Anche in Vallarsa, dove le messe si stanno riducendo e nel periodo invernale vengono celebrate a rotazione, difficilmente si potrà riavere un parroco stabile - afferma il sindaco Massimo Plazzer -. Da questa valle, nell’ultimo secolo, sono partiti tanti missionari ed è bello che, in un certo senso, oggi venga ricambiato quell’impegno. Le suore potranno offrire un aiuto nell’attività pastorale, assicurando momenti di preghiera e aggregazione anche in quelle frazioni dove la messa non si fa più, e nell’assistenza agli anziani».
Domenica, a partire dalle 15, il loro ingresso nella comunità verrà festeggiato in grande: oltre a Tisi e don Francesco, madre Carmen Cimarolli e suor Lettebrhan G/Yesus, referenti dell’Ordine delle suore cappuccine, il coro Pasubio e le associazioni della valle.