Valdastico, adesso il centrodestra chiede alla Lega un referendum
Un referendum sulla Valdastico. È quanto diversi esponenti del centrodestra roveretano extra Lega stanno ragionando di proporre agli alleati del Carroccio per disinnescare l'escalation di polemiche che, esplosa all'indomani della diffusione da parte del Pd di un documento di sintesi dello studio di fattibilità sull'opera, non tende ad affievolirsi. Soprattutto dopo la pubblicazione da parte dell'Adige (vedi l'edizione di ieri) di stralci integrali del documento della Serenissima dove si certifica come l'idea di bucare il Pasubio metta a grave rischio le sorgenti, inclusa quella dello Spino, demolendo uno dei principali argomenti della Lega a favore dell'A31: «Lo Spino è salvo».
L'idea di promettere alla città della Quercia una consultazione popolare, sulla falsariga di quanto già fatto dai Comuni delle Valli del Leno (93% di contrari, 54% l'affluenza), è figlia della tempesa di critiche che da quattro giorni si abbatte senza tregua sul progetto tanto caro a Fugatti e, di riflesso, sulla Lega e tutta la coalizione di centrodestra, che però di lasciare una carta formidabile in mano agli avversi in vista dell'avvio della campagna elettorale non ne ha proprio voglia. Fino a ieri sera, l'idea del referendum non era ancora arrivata in forma ufficiale alle orecchie di Fugatti. Ma le prime indiscrezioni parlano di un'accoglienza più che positiva da parte del Carroccio lagarino, disposto quasi a tutto pur di zittire le voci, sempre di più e sempre più forti, che si levano contro il progetto targato Lega. Voci peraltro che una maldestra comunicazione da parte dei leghisti non ha fatto altro che rinfocolare. Prima Fugatti argomenta che le Valli del Leno non hanno una vera vocazione turistica, e che quindi le preoccupazioni per il danno paesaggistico non sono solide; poi la consigliere Mara Dalzocchio dichiara che il Comune di Rovereto o i Comuni delle Valli del Leno non hanno la competenza per intervenire in un iter che vede protagonisti solo Provincia, Regione Veneto e ministero delle Infrastrutture ( vedi articolo a fianco )».
Di fatti, le polemiche proseguono. L'ultima dichiarazione ufficiale è di Mauro Nardelli presidente dell'Asat (l'Associazione albergatori ed imprese turistiche della Provincia di Trento) Rovereto e Vallagarina: «Ho letto alcune dichiarazioni del presidente Fugatti secondo il quale Rovereto e la Vallagarina "non hanno vocazione turistica o ambientale vera e propria". Condivido la precisazione del presidente Apt Giulio Prosser in merito, letta sulla stampa. L'analisi di Fugatti è ferma a qualche decennio fa, quando effettivamente il distretto di Rovereto era solo industriale. Ora il turismo ha cambiato il volto della città e di tutto il territorio della Vallagarina. Voglio sperare che i nostri governanti provinciali vogliano rendersene conto, con l' auspicio che si ritorni all'input che ha dato il via agli Stati Generali della Montagna: "La montagna è patrimonio diffuso della Comunità trentina che va tutelato è rafforzato"».