Colpo al progetto del prolungamento autostradale della Valdastico, in una sentenza della Corte di Cassazione, che ha respinto il ricorso della società Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova Spa contro il Comune di Besenello. L'azienda è anche condannata al pagamento delle spese processuali.
In sostanza, l'Alta Corte certifica la legittimità delle iniziative legali intraprese dall'amministrazione municipale al fine di tutelare il proprio territorio e dunque i cittadini, a fronte di un simile progetto viabilistico.
Confermata quindi la senteza di due anni fa del Consiglio di Stato che bocciava il progetto col quale si intendeva intanto realizzare il prolungamento fino al confine trentino, in attesa che dalla provincia autonoma arrivasse un eventuale via libera per il resto del percorso. Ora si azzera e se ne riparlerà, semmai, a fronte di un progetto completo, unitario, transregionale.
«A venticinque anni dall'accensione del primo baluardo - scrive in Fb il Coordinamento NO Valdastico Nord - A31 - del Comune di Besenello, stagliato solo contro i titani autostradali, i frutti di quel pervicace coraggio infuso nelle mani del #guerrierocontrolapirubi oggi maturano: con grande gioia e sollievo, diamo notizia della VITTORIA del Comune contro il ricorso in cassazione presentato dalla società Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova per l'annullamento della delibera del Cipe.
In sintesi: bisogna rifare tutto. Per davvero. Brindiamo anche agli avvocati Falcon e Ferrazzi, all'avvocatessa Scafarelli, e ovviamente ai mitici Roberta Rosi e Cristian Comperini, vicesindaca e sindaco senza il costante impegno dei quali oggi staremo probabilmente vivendo emozioni molto diverse.
Ma non ci fermiamo qua: forti anche della nuova mozione della Sat di Schio contro l'autostrada, il nostro pronunciamento è oggi più forte che mai, così come la nostra vigilanza.
Ma, nel frattempo: Grazie».
La Cassazione sancisce quindi la leggittimità della sentenza del consiglio di Stato che aveva accolto il ricorso del Comune, cassando la delibera del Cipe che autorizzava appunto la realizzazione dell’arteria da parte della Serenissima.
Il contestato progetto di collegamento tra A4 e A22 attraverso l’A31 Nord - ora presente solo da Vicenza a Piovene Rocchette - è dunque rimandato al mittente salvando la montagna sotto Folgaria e i pregiati vigneti di moscato dell’Alta Vallagarina.
I giudici amministrativi di appello, d’altro canto, nel gennaio 2019 l’avevano già
scritto chiaro e tondo in sentenza che
di sicuro spezzare in due il progetto facendosi approvare da Roma il primo tratto, quei 20 chilometri tra l’ultimo casello e la valle dell’Astico al confine con il Trentino non va bene.
Accogliendo dunque il ricorso del Comune di Besenello che, in primo grado al Tar del Lazio, era stato invece respinto.
Si contestava, lo spezzettamento dell’opera - scelto per aggirare gli allora veti trentini - e gli stessi giudici del consiglio di Stato concordano con le rimostranze espresse nel ricorso sottolineando «l’illogicità e irrazionalità della scelta di proporre, e poi approvare con deliberazione Cipe 18 marzo 2013, il progetto preliminare del “1° lotto funzionale Piovene Rocchette-Valle dell’Astico” dell’autostrada Valdastico Nord A31, corrispondente al tratto insistente nel solo territorio veneto». Inoltre, la sentenza rilevava l'assenza di esigenze reali dalm punto di vista infrastrutturale sul territorio, già solidamente servito da reti viarie, al punto che realizzarne una nuova di tale portata andrebbe a confliggere in modo sporporzionato con gli interessi delle comunità locali.
Fra le prime reazioni alla sentenza della Cassazione, stasera, quella del gruppo consiliare provinciale del Pd del Trentino, che «esprime soddisfazione per le motivazioni della sentenza, depositata oggi».
«Viene infatti confermata - scrive il pd in Fb - la sentenza emessa dal Consiglio di Stato nel gennaio del 2019, che già si era espressa contro la costruzione del collegamento Piovene Rocchette-Valle dell’Astico, considerando l'autostrada della Valdastico un'opera unica, e dunque non realizzabile a lotti e prima di un disegno completo e unitario.
No quindi alla realizzazione del tratto veneto fino a quando l'intera opera non sia stata eventualmente progettata ed approvata: dunque fino a quando anche la parte trentina non sarà stata approvata e progettata.
Una prospettiva che appare oggi fortunatamente più lontana, e contro la quale continueremo a batterci come in tutti questi anni, accanto ad amministrazioni come quella di Besenello, che va ringraziata per la competenza, il coraggio e la passione, e che ottiene oggi una vittoria nell'interesse di tutto il Trentino».