Le cavallette padrone dei Lessini: il Museo civico ne ha individuate oltre 100 specie
A svelare questo patrimonio inaspettato in una conferenza è stato il ricercatore Filippo Maria Buzzetti, che da decenni compie sopralluoghi sui Lessini veronesi e vicentini
ALA. «Nei Lessini ci sono più di un centinaio di specie di cavallette, circa un terzo delle specie presenti in tutta Italia, con due popolazioni uniche nel Nordest».
A svelare questo patrimonio inaspettato in una conferenza è stato il ricercatore Filippo Maria Buzzetti, che da decenni compie sopralluoghi sui Lessini veronesi e vicentini. Gli insetti, è stato ricorda nell'incontro promosso dal Museo Civico di Rovereto, sono il principale componente della fauna montana, sia per numero di singoli individui, sia per numero di specie diverse, e un importante indicatore del funzionamento ecologico di tutti gli ambienti.
Gli ortotteri (il loro entomologico) in particolare si dividono in due famiglie che tutti conoscono: i grilli (gli ensiferi) e le cavallette (i celiferi). Si differenzino grossolanamente per le antenne, più lunghe per i grilli e più corte per le cavallette, e per il canto, che riguarda sempre i ed è studiato dalla bioacustica. «Nei grilli il canto avviene per sfregamento delle ali sull'uscio delle tane - ha spiegato Buzzetti - mentre i celiferi per produrre suono e richiamare le femmine sfregano le zampe posteriori sulle ali in ambienti aperti».
La Lessinia «è un ottimo lotto» per studiare numerose specie, apparentemente simili ma ognuna col suo canto, forme, colori e abitudini. Oltre alla lente, per conoscerne l'evoluzione serve un salto indietro nel tempo fino all'ultima glaciazione. Sulla base degli stessi principi gli ortotteri oggi ci dicono molto sui cambiamenti climatici. Esistono infatti specie che amano i climi freddi (criofile) o si adattano ai climi caldi (termofile): bastano poche variazioni di gradi. E la montagna in aree geografiche ristrette presenta un susseguirsi di zone climatiche. Basta salire d'altitudine.
I Lessini considerati da Buzzetti «vanno dal ghiacciaio dell'Adige al ghiacciaio alla Val dell'Ogra (ovest-est), dal ghiacciaio della Valle dei Ronchi alla Pianura padana (nord-sud)». Ghiacci che lasciavano scoperte le vette. Vette diventate poi isole su cui si sono distribuiti gli insetti giunti fino ad oggi. La portata dell'aumento delle temperature dei nostri tempi è un fatto che ha una portata paragonabile a un'era geologica.
«Negli ultimi 30 anni fra le cavallette si sono viste migrazioni dagli habitat ma anche allarmanti esplosioni demografiche, ad esempio nei colli Berici ed Euganei». Soprattutto, «molte aree hanno perso il 75% della entomofauna. É l'effetto parabrezza», che i giovani non han visto, ha concluso Buzzetti: «Fino agli anni 80 bastava fare pochi chilometri e il parabrezza era sporco; ora possiamo fare lunghi tratti di strada senza che il problema si presenti».
Per salvaguardare gli insetti dei Lessini per il ricercatore «servono monitoraggi mirati, individuare le minacce e procedere con azioni di conservazione. Gli ortotteri sono degni abitanti della montagna, capaci di allietare le nostre serate col loro canto». E non è poco.