Discarica di Pilcante, la ditta ritira il ricorso al Consiglio di Stato: la vertenza è finita?
Soddisfazione ad Ala, il sindaco Claudio Soini è ottimista: «Ora non può esserci più nulla che minacci quanto è stato fatto»
ALA. Discarica. Pare davvero finita. La Cave di Pilcante sas ritira il ricorso al Consiglio di Stato contro la Provincia presentato lo scorso ottobre, con cui chiedeva l'annullamento della sentenza del Tar che aveva giudicato legittimo il provvedimento del Servizio autorizzazioni e valutazioni ambientali (di sospensione temporanea della Via sul progetto), condannando la ditta al rimborso delle spese processuali.
Dal punto di vista della giustizia amministrativa, una scelta che pone una pietra sul progetto della grande discarica per inerti, con il gaudio del Comune. «L'Avvocatura di Stato (incaricata di difendere il Comune quale parte civile, ndr) ci ha chiamato ieri sera per comunicarci il ritiro del ricorso in Consiglio di Stato, e quindi deduco che adesso non ci sia più nulla che minacci quanto è stato fatto» commenta il sindaco Claudio Soini. Che può finalmente sorridere perché quella causa teneva tutti sull'attenti.
«Oltre al ricorso ritirato, ormai non c'è più nulla di pendente: la questione discarica è chiusa, punto e basta». Un punto che la Provincia, perseguendo la sua strada, aveva messo il 30 dicembre, con l'adozione definitiva dell'aggiornamento del Piano provinciale di gestione delle discariche per inerti. «Il piano - ricorda il sindaco - prevede lo stralcio della discarica da quel sito», la cava al momento attiva ma in via di esaurimento che insiste sul particella fondiaria 600 a Pilcante.
Per l'amministrazione di Ala, finora sempre prudente nella dichiarazioni, dato il ricorso, «é una grande soddisfazione. C'era questo dubbio - ammette Soini -. A volte la giustizia si muove in maniera ondivaga. Non s'è mai certi di cosa può succedere. L'udienza era fissata a maggio o giugno, fino ad allora non si poteva sapere, anche perché contro la sentenza del Tar sulla sospensiva la ditta aveva addotto una serie infinita di motivazioni: quindi il Consiglio di Stato poteva rimettere tutto in gioco. Non essendoci più questa spada di Damocle, siamo contenti. A questo punto si può dire di aver vinto più di una battaglia, di aver vinto la guerra».
Il Comune non conosce ancora il motivo del ritiro della Cave di Pilcante. «Noi avevamo già mandato le nostre memorie difensive e anche la Provincia. Presto sapremo le motivazioni». «Il Comune ha fatto la sua parte» e, con la detta soddisfazione, la giunta si toglie un sassolino dalla scarpa.
Parliamo delle istanze contro la discarica dei cittadini di Pilcante, con cui il Comune s'è schierato. «Ogni tanto qualcuno se ne esce dicendo il contrario. La mia amministrazione ha fatto cancellare questa previsione di discarica. Questo rimane agli atti e nella storia. Alcuni hanno detto che c'è poca sensibilità. Ho passato un anno non facile, ma abbiamo cercato di gestire bene il problema. Il Comitato "No discarica", la gente, la mobilitazione, la Provincia, il Comune: tutti han fatto la loro parte».A tal proposito il Tar di Trento aveva respinto il ricorso mettendo in sentenza alcune perplessità emerse a livello locale, sull'utilità di una sospensione provvisoria della Valutazione d'impatto ambientale nell'interesse pubblico, stante la previsione di aggiornare il Piano provinciale delle discariche per inerti (agosto 2019), sovraordinato rispetto al Piano comprensoriale su cui si basava il progetto presentato dalla ditta (aprile 2019). «L'iniziativa economica privata - scrivevano i giudici - può essere limitata per ragioni di interesse pubblico e utilità sociale che, nel caso di specie, appaiono giustificare la momentanea sospensione delle opportunità consentite all'imprenditore».
Il tema della gestione dei rifiuti tocca «gli interessi pubblici primari dell'ambiente, del territorio e della salute» e la norma prescrive la frequente revisione della localizzazione «delle discariche di più rilevante impatto». Il Piano poi ha stralciato non solo il sito di Pilcante ma quasi tutte le grandi discariche per inerti previste, ritenute esagerate e figlie di una pianificazione datata rispetto alla reale esigenze di smaltimento del Trentino.