Telefonino sequestrato a scuola, il padre dall'avvocato. I lettori dell’Adige non hanno dubbi: “Stiamo con la preside”
Il 95 per cento dei partecipanti al nostro sondaggio, che continuerà a restare aperto per tutta la giornata, "condanna" il papà dell’undicenne. Il genitore ammette che il figlio ha sbagliato e avrebbe meritato una nota disciplinare o un richiamo ma non il sequestro del telefono, a suo giudizio "illegittimo"
VALLAGARINA. Durante l'ora di religione il telefono cellulare di un alunno undicenne ha squillato disturbando la lezione. L'insegnante lo ha sequestrato ed il padre dello studente ha deciso di affidarsi ad uno studio legale per procedere nei confronti del docente ma anche nei confronti della dirigente, in qualità di rappresentante dell'istituto.
È successo nei giorni scorsi in una scuola in Trentino. Il genitore ammette che il figlio ha sbagliato e avrebbe meritato una nota disciplinare o un richiamo ma non il sequestro del telefono, che il padre ritiene "illegittimo".
Cellulare ritirato a uno studente: il padre denuncia la preside. Chi ha ragione?
Nemmeno un incontro con la dirigente scolastica è servito ad abbassare i toni e il padre insiste: "Le linee guida del ministero e il garante della privacy sostengono chiaramente che la scuola può proibire l'uso del cellulare ma non esercitare poteri coercitivi di perquisizione al fine di verificare il rispetto del regolamento, così come l'insegnante non può provvedere al sequestro". Dalla scuola nessuna dichiarazione.