Telefono sequestrato in una scuola trentina, il padre va dall’avvocato: la vicenda diventa un caso nazionale
“Da padre a padre chiedo quale esempio intenda dare a suo figlio e a tutti gli altri ragazzi poiché anziché rimproverarlo per la sua "distrazione", ha deciso di fare causa alla scuola”: la dura presa di posizione del deputato della Lega Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura
IL SONDAGGIO Tutti dalla parte della preside
IL PARERE Niente cellulari in classe, studenti scettici
LO STOP Circolare del ministero, basta cellulari a scuola
ROMA. "Incredibile la notizia di un papà che si sarebbe rivolto ad un avvocato per valutare eventuali azioni legali, dopo che un docente avrebbe vietato l'utilizzo del telefono in classe al figlio di 11 anni, prendendo in consegna l'apparecchio e consegnandolo al termine della giornata”.
Lo ha dichiarato il deputato della Lega Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura, commentando quanto successo in una scuola trentina. Una notizia diventata subito virale.
Cellulare ritirato a uno studente: il padre denuncia la preside. Chi ha ragione?
“Le linee guida del Ministero dell'Istruzione e del Merito – ha aggiunto il parlamentare - parlano chiaro: il rispetto per i docenti, per i propri compagni, per la scuola in genere passa anche dal divieto di utilizzo del telefono in classe. Da padre a padre chiedo quale esempio intenda dare a suo figlio e a tutti gli altri ragazzi poiché anziché rimproverarlo per la sua "distrazione", ha deciso di fare causa alla scuola”.
”Per il bene della nostra comunità scolastica e soprattutto dei nostri figli c'è bisogno di una grande alleanza scuola-famiglia e non di genitori iperprotettivi".