Malga Laghetto, si ascolteranno comune di Lavarone e comitato del no
In terza commissione si è affrontato il tema del progetto edilizio - turistico: nel 2000 l’albergo e la pizzeria-discoteca sono stati chiusi e il comune di Lavarone ha redatto due varianti al Prg per intervenire su una situazione problematica. Il risultato positivo di questa iniziativa di Lavarone sarebbe – per l’assessore Mario Tonina – la demolizione dell’albergo: “Ma in questo momento, c’è un ricorso al Tar”
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LAVARONE. Nella seduta di questa mattina della Terza commissione, presieduta da Ivano Job (Misto), si è parlato del progetto di Malga Laghetto (41 mila metri cubi), cioè della riqualificazione del grande complesso costruito dal 1970 al 1980 sull’Altipiano Cimbro nel comune di Lavarone. Se n’è discusso perché l’assessore Mario Tonina ha riferito sulla situazione, in base all’ordine del giorno di Filippo Degasperi (Onda) votato dal Consiglio nella tornata di bilancio dello scorso dicembre. Un odg, ricordiamo, che al primo punto impegna la Giunta a “valutare le modalità di intervento per prevenire l’ennesima speculazione ai danni del territorio degli Altipiani cimbri”. Al termine del dibattito, la commissione ha deciso all’unanimità di ascoltare il Comune di Lavarone e i rappresentanti del comitato che si oppone alla realizzazione.
Tonina: la lottizzazione di 50 anni fa ha lasciato una situazione problematica
Tonina ha affermato che Malga Laghetto è un sito importante dal punto di vista paesaggistico, ma in passato, cioè negli anni ‘70, è stato oggetto di un progetto impattante dal punto di vista edilizio. Nel 2000 l’albergo e la pizzeria - discoteca sono stati chiusi e il comune di Lavarone ha redatto due varianti al Prg nel 2007 e nel 2021 per intervenire su una situazione decisamente problematica.
Il risultato positivo di questa iniziativa di Lavarone sarebbe la demolizione dell’albergo recuperando una superficie di 2,5 ettari. Ma in questo momento, ha ricordato Tonina, c’è un ricorso al Tar che riguarda l’estinzione del vincolo di uso civico. L’assessore, infine, ha detto che è stato coinvolto il comune per verificare quali azioni informative siano state mese in campo.
Coppola: la Pat deve avere voce in capitolo su questa vicenda
Lucia Coppola (Europa Verde) ha ricordato una sua interrogazione di novembre e ha aggiunto che la Pat deve avere voce in capitolo su questa questione che riguarda un’area già abbastanza maltrattata. Inoltre, ci si deve impegnare nelle conversioni ecologiche anche di zone come queste. Restituendole al territorio come beni comuni. La consigliera ha poi ricordato che il comune di Lavarone sta facendo una serie di iniziative green, ma la cessione di quest’area a una società privata va nella direzione contraria.
Degasperi: con questo progetto si torna agli anni ‘70
Filippo Degasperi, ha affermato che si sarebbe aspettato un maggiore approfondimento sul progetto, e ha rilevato che la norma sugli usi civici non è stata rispettata nel 1970 e di recente perché il Comune ha assegnato all’Asuc un terreno gravato già da un vincolo ad uso pubblico. In breve, per Degasperi, non sono state rispettate le norme che tutelano i beni collettivi. Pat e Comune, ha affermato inoltre il consigliere di Onda, dicono e scrivono che si vuole andare verso consumo zero di territorio, ma a Malga Laghetto si andrebbero a consumare 9 ettari di bosco.
Uno spreco inutile da tutti i punti di vista, perché, sempre secondo Degasperi, tra 15 anni ci troveremo daccapo, perché oggi, su 1000 residenti, sul territorio di Lavarone ci sono 7 mila posti letto nelle seconde case, che sono circa 2000, e mille negli alberghi. E’ vero, ha aggiunto, che a Malga Laghetto il pubblico è stato messo di fronte al “ricatto” di un edificio fatiscente e abbandonato da anni, ma la risposta non può essere il sacrificio di 9 ettari di territorio. In realtà, ha concluso, con questo progetto si torna agli anni ‘70.
Per questo il consigliere ha chiesto di ascoltare in commissione i protagonisti di questa vicenda, a partire dal comitato che ha raccolto 410 firme tra i residenti e 360 tra i non residenti.
Manica: situazione preoccupante, servono più elementi per valutare
Alessio Manica (Pd) ha detto che la situazione è preoccupante ma, oltre al comitato, si dovrebbe ascoltare il comune per capire le ragioni di questa scelta oggettivamente complicata. L’esponente dem ha poi chiesto a Tonina cosa può e deve fare la Pat.
L’assessore ha replicato affermando la sua disponibilità a sentire il Comune e i rappresentanti del comitato in commissione, ma dopo l’espressione del Tar. Ma ha ricordato che tutto parte dalla variante al Prg del 2007, redatta in base alle norme sulla riqualificazione paesaggistica e turistica degli insediamenti come quello di Malga Laghetto. La Pat può avere comunque un ruolo limitato perché ci si trova di fronte ad un piano attuativo.
Sul risparmio di suolo, il dirigente del Dipartimento urbanistica e tutela del paesaggio, Romano Stanchina, ha detto che le varianti 2007 e quella del 2021 hanno confermato i 41 mila metri cubi realizzabili, anche se in quella di due anni fa è stato introdotto lo stralcio di 2,5 ettari di bosco. In sostanza, sono rimasti i volumi, su un terreno più piccolo. Tecnicamente quindi non c’è un consumo di suolo. Manica ha chiesto di avere elementi tecnici per una valutazione più completa.