Onoranze funebri per cani e gatti: a Villa Lagarina oltre 120 “funerali” al mese
Primo forno crematorio del Trentino per animali domestici. Il fondatore, Vincenzo Radice: «Lo scopo è dare degna sepoltura a cani, gatti, uccellini, criceti, insomma a tutti quei piccoli amici che consideriamo, a tutti gli effetti, parte della nostra famigli»
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Quali servizi offre?
«Oltre ai servizi standard, cioè cremazione dei resti dell’animale e consegna delle ceneri, offro servizi personalizzati. Per esempio, il tipo di cremazione può essere di gruppo o individuale, e sull’urna può essere applicata una targa con il nome dell’animale. E, se lo desiderano, i “familiari” dell’animale estinto possono assistere dalla sala d’attesa alla procedura di introduzione dei suoi resti nel forno, grazie a una telecamera. Ho anche un sistema che mi permette di inviare un link al cliente che può seguire tutta la procedura di cremazione ovunque si trovi. Posso anche fornire la registrazione. Poi metto a disposizione della clientela un libro dei ricordi, dove lasciare i pensieri rivolti agli amici animali che se ne sono andati».
Un libro dei ricordi?
«Non è un vero e proprio libro, ma una pagina Facebook dove i clienti postano foto e frasi per dire affettuosamente addio ai propri animali. Tutti possono vedere e commentare visto che è un social. In questo modo viene annunciata pubblicamente la scomparsa del proprio amico animale».
Propone diversi tipi di cremazione.
«Sì, se si sceglie la cremazione collettiva, generalmente per i veterinari, garantisco l’esecuzione della cremazione entro 30 giorni dalla consegna dei resti e introduco nel forno più animali contemporaneamente. Poi deposito le ceneri in un’urna comune, oppure le disperdo. Se invece il cliente desidera la cremazione personalizzata, quella più richiesta, mi dedico solo al suo animale e garantisco l’operazione di cremazione entro sette giorni o anche immediata, con la possibilità di assistere all’ultimo saluto dalla sala per il commiato».
Quindi, quanto costa il tutto?
«Le cremazioni collettive hanno una spesa che varia da 26 a 170 euro, per quelle personalizzate chiedo circa 200 o 300 euro. Dipende ovviamente dal peso dell’animale, si arriva anche a 600 euro. Chi non vuole portare le ceneri del proprio animale a casa, può comunque lasciare le urne nella nostra sala loculi».
Chi si rivolge a lei? Che clientela ha?
«Dunque, io avevo due scelte: arricchirmi o no. Negli altri centri d’Italia, come a Firenze, Milano o Roma, il target è di livello sociale molto alto. I prezzi quindi sono alti. Per esempio per cremare un gatto singolo ti chiedono dai 400 ai 600 euro. Ma il mio obiettivo è dare questa possibilità a tutti, quindi io tengo i prezzi a meno della metà. In questo modo vado incontro anche alle pensionate con il canarino da cremare. La mia clientela è comunque molto varia, forse posso dire che prevalgono i giovani».
Cosa pensa della reazione del Papa alla richiesta di una signora di benedire quello che ha chiamato “il suo bambino” e che in realtà era un cagnolino?
«Io disapprovo nella maniera più assoluta, visto che peraltro il Papa ha scelto di chiamarsi Francesco, un santo che amava gli animali. Il mondo sta andando in una direzione, il Papa non può andare dall’altra. E infatti molti hanno commentato negativamente le sue parole».
Come vanno gli affari?
«È un business destinato a crescere, con un aumento attuale del 15-20% annuo. Ormai in ogni grande città nasce un centro. Il mio onestamente è il centro più bello d’Europa e forse quest’anno vincerò il premio che ogni anno viene dato dalla Comunità Europea a questo tipo di centri in base alla qualità del servizio. Noi siamo abituati a vivere con gli animali e a considerarli parte della nostra famiglia. Sono sicuro di offrire un servizio che rende felici molte persone. Al momento ho 100-120 appuntamenti al mese per cremazioni individuali, sono da solo e faccio fatica a rispondere a tutte le chiamate. Ma c’è ancora un grande margine di crescita, vengono qui anche da fuori provincia, oltre ai turisti di passaggio».
Insomma, l’idea che non c’era. E, a giudicare dalle richieste, un’idea vincente.
«È una questione di sensibilità. Ma anche di affari, ovviamente, considerando quante persone possiedono un animale domestico al quale si dichiarano affezionatissime. Spesso, più che a una persona».