Noriglio, un torneo di morra in paese per pagare la lapide all'amico: la storia
“Questi eventi mi commuovono e mi fanno sentire bene. - commenta l'assessore comunale allo sport Mario Bortot - Perché davvero in questi casi si respira l'aria vera e genuina di una comunità, di quella gente che ha voglia di condividere qualcosa coi vicini e di ricordarsi sempre di loro anche quando non ci sono più. E Noriglio, ormai da tempo, sta dimostrando di essere veramente una comunità solidale e unita”
LIZZANA Alessio e la sua splendida normalità
NORIGLIO. Se n'era andato da solo, senza disturbare. Ma il suo ricordo è ancora vivo a Noriglio, una comunità che sa davvero essere tale e non si dimentica dei suoi membri. Renzo Fait, per tutti «Il Tondo», si era allontanato da casa tre anni fa per non farci più ritorno. Una perdita che ha scosso non solo la famiglia ma l'intero paese. E i suoi tanti amici hanno deciso di organizzare un torneo di morra, il suo gioco preferito, per raccogliere fondi che saranno usati per piazzare la lapide al cimitero. Un segnale che lascerà senza parole qualcuno ma che conferma come il desiderio di memoria, e di ricordo in un cimitero, sia importante per non dimenticarsi di qualcuno che ha condiviso una parte della sua esistenza con noi. Sabato pomeriggio, alle «alte» (leggasi Maso Bozi, Noriglio monte per capirci) si sono dati appuntamento in un centinaio per ricordare l'amico scomparso e per mazzolare i tavolini con quei colpi secchi del gioco popolare più antico del Trentino, la morra appunto.
I punti, stavolta, non sono stati così importanti ma ogni colpo, giusto o sbagliato, ha riportato in vita quell'omone a cui tutti volevano bene, con cui molti avevano condiviso sconfitte e vittorie in cui l'unico premio era pagare il giro. Ed è stata l'occasione per riparlare del Tondo, che amava il suo cane, morto prima di lui, e la sua comunità. Tutta, senza distinzioni di sorta. Renzo Fait, come detto, tre anni fa se n'è andato. In silenzio, senza clamori magari pensando a quelle dita scappate durante una partita, con risate degli astanti.
Ecco, sabato i giocatori di quel passatempo a lungo vietato in Trentino (per ragioni di sicurezza poi venute meno, anche perché uno dei primi a trasgredirle, con una grassa risata da par suo, fu un certo Bruno Kessler, presidentissimo della Provincia autonoma di Trento) si sono ritrovati per una sorta di memorial che, di suo, aveva un unico obiettivo: raccogliere fondi per mettere una bella lapide sulla tomba del Tondo, nel cimitero del paese collinare di Rovereto, un luogo dove passare magari fugacemente per un semplice, fondamentale, «ciao». Una cosa da poco, in fin dei conti, ma estremamente importante per sentirci umani.
«Questi eventi mi commuovono e mi fanno sentire bene. - commenta l'assessore comunale allo sport Mario Bortot - Perché davvero in questi casi si respira l'aria vera e genuina di una comunità, di quella gente che ha voglia di condividere qualcosa coi vicini e di ricordarsi sempre di loro anche quando non ci sono più. E Noriglio, ormai da tempo, sta dimostrando di essere veramente una comunità solidale e unita».