Giustizia / Diritti

L'operaio inventò il raviolo a doppio ripieno, e ora vince la causa contro la Bertagni

Semplice dipendente, registrò il brevetto italiano ed internazionale.  il nome di Berno dal brevetto era stato tolto senza che ci fosse la volontà dell’uomo in questo senso. E quindi gli è stato riconosciuto immediatamente un danno morale da 30mila euro e sull’equo premio decideranno dal collegio degli arbitratori

AVIO. L’idea l’aveva avuta durante le prove del nuovo impianto per la produzione di piatti pronti. Era il 2012 e lui, il veneto Luca Berno, semplice dipendente della Bertagni 1882 (che ha la sede legale ad Avio), aveva avuto un’intuizione. Era possibile creare un raviolo con il doppio ripieno. Una novità assoluta nel mondo della pasta fresca. Un’idea preziosa da proteggere con il brevetto. E così è stato: richiesta di brevetto depositata all’Uibm (l’ufficio italiano brevetti e marchi) e risposta positiva. È il 2013 e sia la nuova tipologia di pasta fresca ripiena che il metodo per produrla sono brevettati a nome di chi aveva avuto l’idea e dell’amministratore delegato dell’azienda.

Una storia curiosa se tutto si fosse fermato qui. Ma il caso è finito davanti al tribunale delle imprese di Venezia chiamato a dirimere la questione del brevetto dall’ex operaio della Bertagni a favore del quale è stato riconosciuto un danno morale di 30mila euro.

I giudici hanno anche stabilito che l’uomo ha diritto anche ad un equo premio, la definizione del quale è stata rimandata agli arbitri. Ma perché si è arrivati a questo?

La ragione è sempre legata al brevetto. Se su quello italiano Berno non ha contestato nulla, sul secondo, quello internazionale che poteva essere quindi speso sul mercato americano sì. Perché, e questa è stata la ricostruzione che gli avvocati dell’uomo, Giampaolo Lando, Cristina Allegro e Simone Cecchinato, hanno portato all’attenzione del tribunale delle imprese, dal secondo brevetto il nome di Berno è sparito.

E il 2014 quando la Bretagni 1882 chiede il via libera per la protezione del doppio ripieno, all’invenzione anche all’Organizzazione mondiale della proprietà individuale, la Wipo con sede a Ginevra, indicando anche in questo caso il nome di Berno insieme a quello del rappresentante legale della ditta come inventori. La domanda viene accolta sei mesi dopo e così il raviolo doppio sapore diventa internazionalmente protetto.

Nel frattempo, l’operaio viene nominato responsabile del settore dell’innovazione tecnologica. La svolta nel 2015 quando a Berno viene chiesto, dall’azienda, di firmare un patto di non concorrenza. Lui però quella firma non vuole metterla e da quel momento l’uomo sarebbe stato isolato e quindi licenziato. Un licenziamento che viene impugnato e dichiarato illegittimo dal giudice del lavoro. Ma a questo punto le strade di Berno e della Bertagni 1882 sono ormai divise ed entrano ancora in conflitto quando l’ex operaio/dirigente scopre che la sua (ex azienda) aveva dato incarico ad un professionista di togliere il nome del dipendente (ex) dal brevetto internazionale, dichiarando che è stato lo stesso dipendente a voler rinunciare al brevetto.

È così che la vicenda finisce davanti al tribunale delle imprese che accolgono il ricorso dell’uomo, scrivendo, nella decisione, che «la cancellazione ad opera del datore di lavoro e ad insaputa del lavoratore è rimasta priva di giustificazione». Insomma il nome di Berno dal brevetto era stato tolto senza che ci fosse la volontà dell’uomo in questo senso. E quindi gli è stato riconosciuto immediatamente un danno morale da 30mila euro e sull’equo premio decideranno dal collegio degli arbitratori.

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