Val di Gresta / Allarme

Monte Faè: vandali col fuoristrada devastano il campo da tamburello, i prati e varie strutture

Il consigliere comunale di Mori Cristiano Moiola invita chi sa a denunciare tutto alle forze dell'ordine: «Un’azione criminosa, hanno forzato l’entrata per praticare un rally sfrenato»

CALISIO Tornano le moto illegali lungo i sentieri
IL CAI "Basta moto e quad sui sentieri di montagna"
TRENTO Vandali colpiscono convernice rossa bar alle Albere
CITTÀ Prima rovescia le fiorire e poi colpisce un poliziotto

MORI. Sta facendo il giro dei social e dei gruppi WhatsApp di Mori e non solo la foto che pubblichiamo qui sopra: si vede un grosso fuoristrada bianco sgommare sul campo di tamburello del monte Faè.

«Chi conosce il proprietario dell’auto - lancia l’appello il consigliere comunale Cristiano Moiola - dica quello che sa ai carabinieri, oppure ai forestali o alla polizia locale».

Era stato proprio Moiola a denunciare sull’Adige, pochi giorni fa, le condizioni del campo da gioco e dei prati dell’area del monte Faè, vandalizzata da ignoti che con mezzi a motore hanno devastato terreno di gioco ed aree verdi.

«Un’azione criminosa che, come tale, deve essere denunciata dalla stessa amministrazione comunale alle forze dell’ordine. Ignoti hanno infatti danneggiato sia il campo da tamburello, sia la casetta attrezzata presente e i circostanti prati e aree attrezzate.

Come ci indicano i segni lasciati sul terreno, tali criminali hanno forzato l’entrata del campo e con i propri mezzi hanno deciso di praticare una sorta di “rally” sfrenato sul terreno da gioco, distruggendolo completamente. Non contenti, hanno deciso di forzare la casetta presente in loco, di risalire le scale in legno e di fare lo stesso nelle aree verdi attrezzate limitrofe», ribadisce Moiola.

IL FATTO

Risalendo la valle di Gresta, lungo la strada provinciale che si imbocca all’altezza dell’abitato di Loppio, si raggiunge il paese di Valle San Felice e seguendo la direzione Manzano e Nomesino, superando quest’ultimo paese, si giunge al monte Faè.

È questo un luogo di importanza storica, caposaldo austro-ungarico della prima guerra mondiale. Qui è possibile camminare fra i reperti e i manufatti costruiti dalle truppe imperiali, il tutto con un vasto sguardo su tutta la Vallagarina e sono ancora ben visibili le postazioni di artiglieria e una rete trincerata complessa di gallerie e cunicoli, conservate e valorizzate grazie al lavoro degli scorsi anni di decine di volontari.

Un’oasi di pace, in mezzo alla natura, dove fare tappa, sostare, riposare e godersi il fresco e la tranquillità del bosco e delle sue radure. Vi sono panchine e tavole dove potersi sedere, così come aree attrezzate e griglie di libero utilizzo. Un luogo di “socialità” pensato e costruito con fatica negli anni dagli abitanti del luogo.

Per le limitrofe comunità il “Faè” è sempre stato un punto di riferimento, soprattutto per i giovani e le associazioni come, ad esempio, quella sportiva del tamburello, ed è qui, infatti, che decenni fa fu pensato di costruire un campo per la pratica di tale sport.

«Ciò che è accaduto però nelle ultime settimane - riporta Moiola - è qualcosa che colpisce tutti noi ma, soprattutto quelle persone della Val di Gresta che tali luoghi li hanno sempre frequentati, salvaguardati e tutelati. Un’azione criminosa che, come tale, deve essere denunciata dalla stessa amministrazione comunale alle forze dell’ordine.

Ignoti hanno infatti danneggiato sia il campo da tamburello, sia la casetta attrezzata presente e i circostanti prati e aree attrezzate. Come ci indicano i segni lasciati sul terreno, tali criminali hanno forzato l’entrata del campo e con i propri mezzi hanno deciso di praticare una sorta di “rally” sfrenato sul terreno da gioco, distruggendolo completamente.

Non contenti, hanno deciso di forzare la casetta presente in loco, di risalire le scale in legno e di fare lo stesso nelle aree verdi attrezzate limitrofe, il tutto con i loro pesanti e distruttivi mezzi a motore.

Azioni che hanno devastato il lavoro fatto recentemente dall’Asd Valle San Felice così come quello svolto in precedenza negli anni dagli abitanti di Nomesino e non solo.

Un “colpo al cuore” per chi tali luoghi ha sempre protetto e conservato attraverso il proprio lavoro e le proprie fatiche verso i quali noi tutti, cittadini del Comune di Mori e della Val di Gresta, non possiamo restare indifferenti e, soprattutto, non possiamo abituarci».

Visualizza mappa ingrandita

comments powered by Disqus