Il Duce non è più un moriano: revocata all’unanimità la cittadinanza onoraria
A Mori la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini era stata concessa il 24 maggio del 1924. Fu l'allora Commissario Prefettizio, il cavaliere Giuseppe Cavatorta che decise di concedergliela
MORI. Benito Mussolini non sarà più cittadino onorario di Mori. Così, a cento anni dal riconoscimento dell'onorificenza, ha deciso il consiglio comunale della borgata e ora spetta all'amministrazione predisporre l'idoneo atto per togliere definitivamente il Duce dall'elenco dei moriani. E il "sì" alla revoca è stato il più ampio possibile. La mozione, presentata da Cristiano Moiola e Bruno Bianchi è stata votata all'unanimità: 16 presenti, 16 favorevoli, anche i consiglieri di Fratelli d'Italia.
La mozione impegnava sindaco e giunta a procedere all'idoneo atto di revoca. Una formula, quella usata dai due consiglieri, che è stata considerata errata (in primis da Bertizzolo del Pd ma la sua posizione è stata condivisa anche dall'assessore Mura e dal sindaco Barozzi, e poi in sede di dichiarazione di voto anche da De Pretto - FdI - e dalla presidente del consiglio, Scarabello Vettore) perché l'atto doveva portare la firma del consiglio comunale e non del primo cittadino.
E così, grazie un'interruzione di alcuni minuti il dispositivo è stato così emendato: «Il consiglio comunale condivide di revocare la nomina di cittadino onorario e impegna l'amministrazione comunale a predisporre gli atti per dare corso al mandato del consiglio comunale».
Nella dichiarazione di voto De Pretto - annunciando il voto favorevole di FdI - ha proposto un riflessione sul fatto che si potrebbe prevedere che la cittadinanza onoraria possa decadere con la morte dell'interessato. E che in linea di principio non vada riconosciuta o mantenuta per nessun dittatore. Per Bolognani ("Insieme per Mori") la mozione deve essere appoggiata per chiarire che «nella nostra democrazia non c'è posto per regimi totalitari di nessun colore». Posizione condivisa dall'assessore Berti (Europa Verde).
Come detto a presentare la mozione sono stati i consiglieri Cristiano Moiola e Bruno Bianchi. A Mori la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini era stata concessa il 24 maggio del 1924. Secondo la ricostruzione dei consiglieri - che ha avuto come fonte l'edizione della Collana Neroverde numero 5 dal titolo «Testimonianze dal 1918 al 1945... e la scuola ascolta» curata da Giovanna Tranquillini - fu l'allora Commissario Prefettizio, il cavaliere Giuseppe Cavatorta che decise di nominare Benito Mussolini cittadino onorario di Mori.
«In quegli anni - hanno ricordato Moiola in aula - il Consiglio Comunale era stato sostituito dalla Consulta e il sindaco dal Podestà, nomina fatta dal governo tra aderenti al Fascio. Come scrive anche l'autrice dell'articolo, dall'archivio comunale di Mori emerge tale fatto storico: Cavatorta, partecipando alla Consulta il 22 maggio 1924, dichiara ai suoi membri che "è sua intenzione approfittare delle celebrazioni del 24 maggio per nominare sua eccellenza Benito Mussolini cittadino onorario di Mori e ciò in considerazione dell'azione tenace e costante, volta a salvare la nazione e le patrie istituzioni dalla travolgente bufera scatenatasi nel dopoguerra. È convinto di interpretare il sentimento di riconoscenza dei cittadini di Mori. La Consulta si compiace della geniale iniziativa e crede che la popolazione gradirà con legittimo orgoglio, il nuovo cittadino"».
Il primo comune lagarino ad affrontare la questione della revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, era stato quello di Pomarolo. E la decisione il consiglio comunale l'ha presa a maggio in un giorno significato: erano passati esattamente cento anni da quando la cittadinanza era stata conferita.
A presentare la mozione erano stati i consiglieri Fabrizio Adami, Roberto Adami, Daniela Baroni, Sara Foradori e Manuel Maffei di "Pomarolo domani" e il documento era stato approvato all'unanimità.I consiglieri, per presentare la mozione, hanno approfondito diversi aspetti della storia del paese in quei difficili anni, e dalle verifiche è emerso che nel 1924 Pomarolo aveva da pochi mesi un uomo sindaco, Erminio Gasperotti. Durante la seduta in cui venne riconosciuta la cittadinanza onoraria Gasperotti si dimise. Era il punto dieci dell'ordine del giorno. Il punto 11 era quello dedicato al Duce.