Allevatore e casaro, Oreste Schelfi di Crosano vende nei mercati ma nel cuore ha gli aiuti per il Burundi
Con la onlus «Il Melograno» e tanti volontari aiuti a bambini e allevatori africani del «paese più povero del mondo». A cominciare dai palloni da calcio
BRENTONICO. Quanti frequentano il mercato settimanale del giovedì nel centro storico del capoluogo provinciale, oppure quello di Pergine il sabato, conoscono il punto vendita di formaggi, uova e salumi del simpaticissimo 58enne Orazio Schelfi. Titolare dell'azienda agricola «Primo Fiore» nella frazione Festa di Brentonico, nelle immediate vicinanze del campo da volo del Gruppo Aeromodellisti Brentonico. Ma quello che più ci ha colpito oltre ai suoi ottimi prodotti è l'esposizione di alcuni strani palloni da calcio, oltre ad una cassetta di legno per raccogliere delle offerte per le popolazioni i villaggi di Busiga, Ngozi e Muyinga nel Burundi.
A più di noi, uno sconosciutissimo stato africano che confina a nord con il Ruanda, ad ovest con la Repubblica del Congo e la Tanzania ad est. Poco più vasto del Piemonte, senza sbocchi sul mare, con quasi 12 milioni di abitanti di etnia hutu e twa. Per le Nazioni Unite è il paese più povero del mondo con l'indice di sviluppo umano più basso del pianeta. Ed è proprio in questa sperduta nazione che si trova nella regione geografica dei Grandi Laghi che dal 2013, la scuola materna della frazione Crosano di Brentonico è gemellata con la locale scuola primaria.
Insegnanti e piccoli alunni che da anni inviano regolarmente del materiale scolastico (libri, quaderni, matite, cartelle). Il tutto grazie all'impegno dei volontari dell'associazione «Il Melograno Brentonico ODV» diretta dal presidente Mauro Dossi e da oltre 80 volontari. Da molti anni impegnati nel Burundi ma anche nello stato africano dello Zimbabwe, nel promuovere progetti di cooperazione allo sviluppo, nei settori della sanità, l'assistenza all'infanzia, alle donne e nel settore silvo-caseario.
Ed è proprio in quest'ultimo ambito che Orazio Schelfi ha avviato a Muyinga il progetto «Mucca Felice», insegnando durante le ferie autunnali come produrre del genuino formaggio e garantire il benessere dei bovini. In primis educando gli allevatori locali all'igiene delle stalle e degli armenti, ma soprattutto insegnando il taglio degli zoccoli, da loro ignorato e quindi mai praticato, grazie alla costruzione di un travaglio in legno (struttura per bloccare l'animale durante il trattamento sanitario) e consentire così agli animali di camminare in modo corretto, senza dolore ed aumentando, inoltre, anche la produzione del latte.
Un'altra notizia da sottolineare è che molte delle attrezzature portate dall'Italia, per il loro primo caseificio sociale, provengono dall'azienda agricola che gestiva Agitu Ideo Gudeta a Frassilongo in valle dei Mocheni, dove fu assassinata il 29 dicembre 2020. Una solidarietà senza confini che fa onore a questi volontari, tanto che uno dei formaggi prodotti ha la caratteristica forma di un cuore in onore di Agitu.
Ma i palloni da calcio esposti al mercato del giovedì che ci stanno a fare? Detto fatto. Durante un trasferimento in Tanzania per acquistare dei prodotti non disponibili nel Burundi, Orazio Schelfi vede dei ragazzini giocare con dei palloni realizzati con degli stracci di iuta legati con uno spago. Eccolo quindi andare alla ricerca di alcuni palloni, oltretutto rari da acquistare nei negozi della zona, per questi bambini felici ed entusiasti come non mai per avere a disposizione un vero pallone da calcio.
E non potevamo concludere il nostro incontro con la conoscenza di un altro progetto, avviato in questi ultimi anni denominato «Donne Rurali». Per sostenere le donne, spesso delle minorenni, vittime di reati sessuali, per aiutarle ad essere indipendenti, oltre che per sviluppare una agricoltura e degli allevamenti eco sostenibili. Ma ora è già tempo di preparare la prossima spedizione di un container ricolmo di attrezzature, partendo verso l'amatissimo Burundi in compagnia della figlia Elisa, la quale studia l'arte casearia presso l'Istituto Agrario di San Michele all'Adige.
Per mettere in pratica e direttamente sul campo cosa vuole dire aiutare le popolazioni burundesi e zimbabwesi, apparentemente lontane da noi per cultura e tradizioni ma che sanno in ogni modo apprezzare e condividere, eccome, il sostegno di questi volontari in gran parte residenti nell'altopiano di Brentonico.