Ottone Tomasi, maestro di judo e cintura nera a 67 anni, da vero «guerriero»
Assieme alla moglie ha una scuola di judo a Lasino. Attualmente è cintura nera 4° dan, uno dei livelli più alti in assoluto. Tra i decani la 66enne Nadia Lorenzato, maestra cintura nera 5° dan e l’87enne maestro benemerito e Cavaliere della Repubblica cintura bianco/rossa 6° dan Dario Tarabelli
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LASINO. Per quest'incontro è stato necessario, giustamente, levarsi le scarpe ed a piedi nudi sedersi sul "tatami", ovvero sul tappetto in polimero plastico, un tempo realizzato con paglia intrecciata e pressata, dove si effettuano gli allenamenti ed i combattimenti dell'arte marziale judo.
Uno sport relativamente giovane, fondato nel 1882, dal maestro giapponese Jigoro Kano (1860-1938) ed unico a poter indossare la cintura bianca doppia che contraddistingue il massimo livello del 12° Dan. Basti pensare, inoltre, che mai nessun judoka ha raggiunto l'11° Dan, che rimane vuoto a rimarcare l'incolmabile abisso che lo separa, dall'ideatore di questa disciplina dagli altri praticanti. Al 10° Dan contraddistinto dalla cintura rossa, sono 16 gli atleti a livello internazionale che hanno ottenuto questo riconoscimento, dei quali 5 postumi. Unico italiano il maestro benemerito, classe 1938, Franco Capelletti da Iseo.
Doverosa premessa descritta dal maestro cintura nera, dal 2017, al 4° Dan Ottone Tomasi, direttore didattico e vice presidente della Scuola di Judo e Arti Marziali "Asd Yamabushi Ryu" che tradotto significa "Scuola dei Guerrieri della Montagna". Fondata nel 2013, assieme alla moglie Anna Maria Omezzolli, cintura nera 2° Dan, che ricopre l'incarico di presidente ed allenatrice nella palestra a Lasino di Madruzzo nella Valle dei Laghi.
Il maestro Ottone Tomasi, classe 1955, è tra i maestri più anziani ancora in attività, sia a livello sportivo che in quello didattico in ambito provinciale, sebbene abbia intrapreso la passione per questo sport a 33 anni, paradossalmente ad una età avanzata per iniziare a praticare lo judo. Passione alla quale si è avvicinato assieme alla consorte, sotto la guida dell'istruttore Gilberto Gozzer in una palestra di Gardolo, proseguita negli anni successivi superando i vari livelli di difficoltà, contraddistinti dalle diverse cinture colorate di bianco, giallo, arancio, verde, blu, marrone, nero ed i successivi 10 Dan.
Dal 6° all'8° Dan da una cintura bianco/rossa, mentre dal 9° al 10° Dan da una cintura rossa, indossata sopra la caratteristica casacca color bianco. In Trentino esistono molte scuole di judo ed arti marziali, coordinate a livello provinciale dalla Fijlkam - Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali, presieduta da Luigi Moser e dal suo vice responsabile del settore judo Gianluca Calliari. A livello nazionale la federazione è diretta da Domenico Falcone, istituita a Milano il 18 gennaio 1902 dal marchese Luigi Monticelli Obizzi, mentre a livello superiore fa riferimento al Coni ed alla International Judo Federation, con sede a Seul in Corea.
Oltre un migliaio, in Trentino, i praticanti delle varie specialità arti marziali che per la maggiore sono Karate, Tai Chi Chuan, Ju-Jitsu, Aikido, Mma (Mixed Martial Arts) e Mga (Metodo Globale di Autodifesa). Uno sport nel quale è necessario un totale controllo delle proprie azioni ed una preparazione atletica di prim'ordine, nel quale il rispetto dell'avversario è un elemento fondamentale. Nella palestra di Lasino gli allenamenti si svolgono due volte alla settimana, mentre alcune ore vengono dedicate per le attività motorie presso le scuole elementari della valle.
Tra i decani dello judo è doveroso menzionare la 66enne maestra Nadia Lorenzato di Trento, cintura nera 5° Dan e l'87enne maestro benemerito e Cavaliere della Repubblica cintura bianco/rossa 6° Dan Dario Tarabelli. Primo judoka in Trentino all'inizio degli anni '60, che aprì una piccola palestra in una sala presso l'oratorio San Pietro a Trento e successivamente, il 7 maggio 1968, aprendo la storica palestra "Judo Club Jigoro Kano Trento" in Galleria Garbari, vicino all'ex-negozio "Voltolini Sport", dove un tempo i giovani si ritrovavano passeggiando al "Giro al Sas" nel centro storico cittadino.