Borgo, i ricordi di Augusto Degasperi
«Il russo gridò l’urrah! e sparò nella mia direzione ferendo alla spalla un soldato al mio fianco. Noi saltammo in piedi aprimmo un fuoco infernale col quale ci riuscì di respingere l’assalto. Vidi cadere il povero ufficiale tutto elegante nel suo lungo mantello e mi sentii stringere il cuore per quanto quello non fosse stato il tempo di considerazioni. Ma che freddezza ci volle ad opporsi al grido disperato di parecchi soldati di: zuruck, die Russen Kommen!».
Teatro di questo episodio della «Grande guerra» è l’insanguinata Galizia, e a descrivere l’episodio è un giovane studente trentino, iscritto alla facoltà di legge a Vienna. Si chiama Augusto Degasperi ed è il fratello minore di Alcide, Medaglia d’oro dell’esercito austroungarico sul fronte orientale, fatto prigioniero dei russi nel giugno 1915, viene rimpatriato in Italia nel 1916 dove si laurea a Pavia nel 1919 e, tornato a Trento, nel 1923 diventa direttore del Sait.
Ma, come scrive il figlio Marco, «Nel 1926 il suo mondo cambia di nuovo: i fascisti, lo buttano fuori (fisicamente e anche con i cassetti e le sedie) dal Sait, che viene commissariato. Nello stesso anno, a Borgo Valsugana con suo fratello Alcide, vengono sequestrati dalle squadracce fasciste e portati a Vicenza, fra minacce e insulti, e “processati”: l’onorevole Marzotto, deputato fascista, ma evidentemente legalitario, li porta via e li libera». Nel 1943 Augusto Degasperi entrerà in clandestinità nel Comitato liberazione nazionale Alta Italia e nel dopoguerra diverrà un apprezzato e integerrimo esponente della cooperazione.
Il suo diario di guerra da ufficiale dei Kaiserjäger è stato ora pubblicato dall’Ascvot, l’Associazione storico culturale Valsugana Orientale e Tesino. A cura di Marco e Gabriella De Gasperi, Kaiserjäger nei carpazi. Diario di guerra 1914-1915 del cadetto Augusto De Gasperi - questo il titolo dell’opera - contiene «i ricordi, emotivamente coinvolgenti, di uno tra le migliaia di trentini che, senza capire e con tanta sofferenza e paura nel cuore - scrive il presidente dell’associazione Fulvio Alberini - a partire dal tragico agosto 1914 riempirono le tradotte per dirigere ad oriente, verso territori e paesi sconosciuti o quasi.
Un uomo profondamente credente, uno dei fondatori della Democrazia Cristiana - sottolinea Alberini - ossia del baluardo anticomunista del secondo dopoguerra, un carattere integerrimo in grado anche di dire “no” alle insistenti richieste dei politici influenti dell’epoca». «Famiglia De Gasperi ed Ascvot - spiega il coordinatore editoriale dell’opera, lo storico di Borgo Luca Girotto - hanno dunque unito forze e risorse, documentarie ed umane, per tentare di valorizzare al meglio le memorie di guerra di un uomo che seppe vivere con la medesima dignità, con la stessa onestà e con il medesimo orgoglio, le due differenti fasi della propria vita: quella di soldato dell’Impero e quella di cittadino italiano». Il diario di Augusto Degasperi sarà presentato a Borgo venerdì 18 dicembre alle ore 18.30 nella sala Marcellina Paternolli del municipio di Borgo.