Messner vuole la replica delle «scarpe de gat»
L’estate di San Martino ha visto il suo clou lunedì nel giardino dell’hotel Regina, al cospetto delle Pale: ad esse si è inchinato Reinhold Messner, il re degli ottomila, felice come un bambino di poter abbracciare con lo sguardo l’infilata dal Cimone alla Cima della Madonna. Lo ha ammesso con orgoglio, di aver mosso cinquant’anni fa i primi difficili passi lungo le vie tracciate da un mito per lui, Michele Bettega, la più celebre guida alpina primierotta, che ha saputo far scrivere pagine e pagine di alpinismo eroico, colui che si è portato sulla Marmolada Beatrice Tomasson, aprendo con lei e l’amico guida Bortolo Zagonel la prima e più impegnativa ascensione della parete sud di Punta Penia nel 1901.
«Si dice che avesse delle scarpe speciali, io non posso provarlo», ed ecco in suo soccorso le Aquile, le guide alpine locali che gli hanno spiegato che usava le «scarpe de gat», la cui tomaia cucita a mano era fatta da pezze di tela ricavata dal «linzol coi cavi», il lenzuolo di canapa grezza utilizzato per trasportare il fieno, e con pelle di gatto, che, conciata, era morbidissima. Cosicché Messner ha subito detto di volerne una copia conforme all’originale per uno dei suoi musei.
Poi si è dedicato alla folla che lo ha piacevolmente assillato di domande a cui non si è negato. Ha ribadito di essere ecologista liberale e non fondamentalista. «Quelli porteranno alla rovina della montagna», ha detto senza mezzi termini: la wilderness va garantita, ma sopra i 2400 metri, dove non ci sono malghe né animali; al di sotto, ben vengano impianti di risalita; attività contadina e turismo devono convivere, e quando economicamente il contadino non ce la fa, deve poter attingere dai proventi del turismo; l’orso si può sopportare fintanto che non diventa una minaccia per l’uomo, il traffico sui passi dolomitici pure, ma si deve arrivare a delle chiusure e ha proposto che San Martino diventi la prima località a regolamentarle per lasciare spazio alle bici.
Infine, si è concesso ai selfie con i presenti e si è pure concesso un dopo cena nella «Mezzano Romantica» accompagnato da guide d’eccezione: le Aquile.