Calotte Amnu, il consiglio si divide
La raccolta differenziata arriva in consiglio comunale (che non sarà visibile in streaming fino alla conclusione del referendum costituzionale indetto per il prossimo 4 dicembre), con una mozione e un ordine del giorno presentati dalle minoranze Movimento 5 Stelle e Impegno per Levico per evitare la tariffa e le calotte che a fine mese verranno installate sui bidoni degli imballaggi leggeri. Le proposte però hanno trovato solo l’appoggio dei sei esponenti delle minoranze e non sono state quindi approvate dal Consiglio.
Presente alla seduta anche il direttore di Amnu Roberto Bortolotti che, invitato dall’amministrazione, ha esposto le motivazioni che hanno indotto la società di raccolta rifiuti a introdurre questo sistema nuovo, che non piace ai cittadini.
«L’anno scorso Amnu ha presentato alla conferenza dei sindaci la problematica delle impurità presenti negli imballaggi leggeri, offrendo un ventaglio di soluzioni possibili tra le quali c’era quella, politicamente comoda, di ignorare il problema e non fare nulla» ha detto il sindaco Michele Sartori. «Abbiamo deciso di apportare un piccolo cambiamento, votato all’unanimità, dopo un anno di sperimentazione nelle frazioni di Quaere e Lochere concordata con le consulte frazionarie».
Il cambio di regole consiste nel pagamento di una «tariffa simbolica di 0,15 euro a svuotamento, che funziona per ridurre le impurità ma che non cambia la vita a nessuno. Certo - ha ammesso Sartori - quando si presentano nuove tariffe non siamo contenti, ma questo è un tentativo che va verso una maggiore ecologia fatto da una società che è una delle più virtuose d’Italia, all’avanguardia in questo settore e con le tariffe annuali tra le più basse del Trentino».
Secondo i dati presentati da Bortolotti, infatti, il sistema di raccolta differenziata ha permesso «al Trentino di passare da 550.000 tonnellate annue di rifiuti nel 2002 a 50.000 tonnellate, e i risultati raggiunti da Amnu sono gli stessi: si è passati da 23.000 tonnellate nel 1997 a 4.300 chili oggi, cifra che comprende anche i rifiuti abbandonati per il 7%».
I costi per le impurità negli imballaggi leggeri (plastica, lattine e tetrapak) «sono 130.000 euro annui, che vanno a gravare sulle tariffe di tutti; questo è un passaggio culturale che permetterà di far capire ai cittadini la necessità di differenziare e ridurrà progressivamente il costo della bolletta».
Le minoranze non si sono trovate d’accordo con la modalità della chiavetta che «non premia i virtuosi e va a discapito delle categorie più deboli», ha ribadito Efrem Filippi di Impegno per Levico «e genererà più rifiuti abbandonati sulle strade, nei boschi o in prossimità dei cassonetti»; Maurizio Dal Bianco non ha trovato giusto che si debba far pagare «sempre e comunque i cittadini; questa cifra, se davvero è "simbolica" e non rappresenta un guadagno per Amnu, non potrebbe essere evitata?».
Per la raccolta porta a porta proposta da Dal Bianco e auspicata dai 420 cittadini levicensi che hanno firmato la sua petizione, invece, non c’è nulla da fare: costa troppo come personale e tempi. Questa scelta «impopolare», ha aggiunto Gianni Beretta di Levico Futura, «andava condivisa prima con la popolazione e spiegata, altrimenti un costo non motivato diventa un’imposizione».
Informazione o no, la sostanza della decisione presa dai sindaci soci di Amnu non cambia e non cambierà in futuro. Un nuovo capitolo per la storia della raccolta differenziata che porterà risultati ancora non calcolabili sulla crescita di rifiuti abbandonati, la diminuzione di impurità nei bidoni di conferimento e la cifra effettiva della spesa annuale per i 29.000 utenti.