«Acciaieria al lavoro C’è da preoccuparsi»
«Siamo molto preoccupati di fronte alla prospettiva che l’acciaieria riprenda la propria attività a pieno regime». A dirlo sono i componenti di Valsugana Attiva dopo che, dalle pagine dell’Adige, hanno appreso che lo stabilimento siderurgico ha quattro potenziali acquirenti: Iro, Feralpi, Ori e Acciaierie Venete. Quattro potenziali produttori di acciaio dopo la veloce retromarcia del gruppo algerino Cevital.
PERICOLO INQUINAMENTO
«Negli ultimi anni, pur non sfruttando completamente la propria capacità produttiva - si legge in una nota - la fabbrica non è riuscita a rispettare i limiti normativi in materia ambientale».
SOSTANZE NELL'ARIA
«Anche nella corrente stagione invernale, la Valsugana ha evidenziato una pessima qualità dell’aria, complice anche la presenza di un’arteria importante di traffico pesante qual è la Statale 47. In una condizione ambientale tanto precaria la prospettiva di una vecchia fonderia che torna a emettere nell’aria quantità importanti di sostanze nocive, atterrisce».
LE VICENDE GIUDIZIARIE
«Detta acciaieria, pur lavorando negli ultimi anni al 30% della sua capacità produttiva, ha dimostrato di non riuscire a rispettare i limiti normativi alle emissioni inquinanti. È infatti risultata inadempiente rispetto a molte prescrizioni dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale), anche dopo il celebre sequestro del 2009 e le note vicende giudiziarie (l’inchiesta Tridentum, da cui è nata la sottoinchiesta «Fumo negli occhi», promossa dalla Procura di Trento con il Corpo forestale dello Stato, ndr)».
Per tali motivi - scrive Vaslugana Attiva - si è vista ancora coinvolta in una quindicina di procedimenti giudiziari e più volte sanzionata. «Anche gli organi provinciali di controllo ambientale hanno avuto modo di documentare notevoli ripetute infrazioni. È recente, ad esempio, la diffida a sospendere l’attività di fusione per due giorni, il 14 e 15 novembre 2016.
IMPIANTO DATATO
«L’impianto, nella sua vetustà, non è in grado di limitare le emissioni inquinanti come prescritto dalla normativa. È stato costruito negli anni settanta e nonostante le migliorie apportate nel corso del tempo è ancora molto lontano dai migliori standard tecnologici».
TERRENI DA BONIFICARE
Il gruppo ambientalista ricorda che nel suolo l’insediamento siderurgico ha lasciato «milioni di tonnellate di materiali di scarto di produzione, comprese pericolose polveri di abbattimento fumi».
«Questi suoli ora necessitano di bonifica, con ingente impiego di risorse finanziarie. Tra i numerosi siti inquinati, ricordiamo, a puro titolo esemplificativo, San Lorenzo e via Sacco per i quali sono state preventivate spese di bonifica per svariati milioni di euro».
Valsugana Attiva torna quindi a parlare di «modello di sviluppo sostenibile per la Valsugana e per il Trentino, all’interno del quale una vecchia fonderia come quella di Borgo non può trovare spazio».
PERDITA DI 21 MILIONI DI EURO
Lo stabilimento che fa capo al Gruppo Klesch ha una perdita di 21 milioni di euro. I lavoratori dello stabilimento sono 106.