Offre l'orologio, ma perde 400 euro: truffata
Ha inviato 400 euro in Costa d’Avorio, convinta dell’onestà dell’uomo che ha finto interesse per l’orologio di pregio messo in vendita su un sito di annunci. La signora aveva creduto che la richiesta dell’acquirente fosse reale: un bonifico, una sorta di prestito, per evitare allo straniero di pagare un dazio alla dogana. Ma il denaro, che risulta essere stato incassato nel Paese africano, non sarebbe stato necessario per alcuna tassa: era solo una «storiella» raccontata dall’acquirente-truffatore per sottrarre soldi all’ignara venditrice. Per gli investigatori si tratta dell’ennesimo caso della «truffa della Costa d’Avorio», nota anche come «truffa alla nigeriana».
La vittima del raggiro vive in Valsugana. Qualche tempo fa aveva deciso di mettere in vendita su un noto sito di annunci un orologio di pregio ad un prezzo interessante. È stata contattata da un uomo, che si è detto interessato all’acquisto. Lo sconosciuto parlava con accento francese e ha spiegato di essere originario della Costa d’Avorio. Proprio nel suo Paese natale avrebbe spedito l’orologio, ma c’era un problema: la tassa da pagare alla dogana.
L’uomo, con molto garbo, ha chiesto alla signora il favore di versare lei i 400 euro che sarebbero serviti per importare l’oggetto prezioso, specificando che in tal modo lui avrebbe risparmiato il dazio. Naturalmente ha promesso di versare il prima possibile l’importo relativo all’acquisto dell’orologio assieme al denaro che la donna gli avrebbe anticipato. La venditrice, convinta dalla voce suadente dello straniero, ha acconsentito alla proposta e ha disposto il bonifico verso la Costa d’Avorio attraverso un’agenzia di money transfer.
I soldi sono stati incassati qualche giorno fa, mentre l’acquirente dell’orologio risulta irreperibile. Subito sono partite le indagini, ma la storia del bonifico in Costa d’Avorio non è nuova agli investigatori. Un paio d’anni fa scoppiò il caso a Trento, con numerose denunce alla polizia postale. Ora una nuova «ondata» di truffe: solo in Valsugana negli ultimi mesi le segnalazioni sono una decina.