Calceranica, 600 alloggi sfitti da destinare a ospitalità diffusa
Il paese lacustre di Calceranica è al centro di un progetto pilota che punta a far riaprire le case sfitte o a prolungare l’utilizzo degli alloggi turistici, creando una rete di ospitalità diffusa per dodici mesi l’anno e, con essa, nuove opportunità lavorative. L’iniziativa, avviata dall’amministrazione comunale guidata da Cristian Uez, sarà presentata venerdì 24 e giovedì 30 novembre al Teatro di Sant’Ermete, alle 20.15.
Il punto da cui il Comune è partito è la considerazione che troppi alloggi per vacanze sono inutilizzati, in un paese in cui l’accoglienza turistica costituisce comunità ed economia, ma ora solo per pochi mesi l’anno. Così, l’amministrazione ha incaricato CBS (Community Building Solutions, una start-up innovativa di Trento con cui ha già collaborato per la messa a disposizione di auto elettriche) di sviluppare un progetto di ricerca-azione inerente l’ospitalità diffusa, che punta a coinvolgere sia i proprietari degli immobili sfitti, sia i cittadini che possono condividere professionalità e competenze o acquisirne di nuove.
L’obiettivo è anche quello di capire se c’è la possibilità di destagionalizzare l’offerta turistica nel cuore della comunità, «organizzando un sistema pronto a soddisfare la domanda crescente di un modo diverso di vivere e godere del territorio». Idea da cui discendono poi «opportunità lavorative locali riguardanti la ristrutturazione o messa a norma degli immobili, la fornitura di servizi condivisi e la gestione flessibile del sistema di ospitalità diffusa, scegliendo cosa gestire in autonomia e cosa in condivisione (si pensa a servizi comuni di pulizie, cambio biancheria, custodia, consegna chiavi, accoglienza ospiti, gestione portale)».
Serve però, spiega il sindaco, perché il progetto possa partire, che i proprietari di immobili aderiscano in modo significativo a una fase sperimentale (servono da 10 a 30 adesioni iniziali) che potrebbe facilitare l’intermediazione di portali tipo Airbnb e Booking, nonché la contrattazione di un pacchetto di finanziamenti agevolati da parte della Cassa rurale Alta Valsugana per sostenere una manutenzione minima e necessaria degli immobili.
Il progetto, che gode di un cofinanziamento da parte della Comunità Alta Valsugana - Bersntol e potrebbe essere esteso ad altri comuni, è partito in ottobre con una fase di analisi del patrimonio immobiliare, per capire quanti siano gli alloggi potenzialmente coinvolti: «La stima - spiega ancora Uez - è di circa 600 appartamenti, in un paese in cui il 50% degli immobili è destinato a seconda casa, spesso però poco usata perché negli ultimi anni la burocrazia è aumentata esponenzialmente e il modello di vacanza è cambiato radicalmente, con un passaggio a soggiorni anche di una sola notte».
«Ci interessa soprattutto costruire un progetto che ci aiuti a rivitalizzare il centro storico e a costruire nuove opportunità di lavoro: ad esempio, la gestione comune di determinati servizi come quelli fotografici, di pulizie, di gestione prenotazioni potrebbero aiutare persone anche disoccupate a rimettersi in gioco, fondando magari delle start-up». Al successo, dovranno contribuire tutti.
Intanto, per informazioni e approfondimenti, è possibile contattare CBS Solutions via email, scrivendo a info@cbs.tn.it o per telefono: 3426818317.