Salvi i Mercatini di Natale a Levico Avviata una raccolta di fondi

Stanno procedendo, incuranti del maltempo, le molte squadre di boscaioli e operai del Servizio per il sostegno occupazionale e valorizzazione ambientale che si fanno strada tra gli alberi caduti all’interno del Parco delle Terme di Levico per liberare il giardino pesantemente danneggiato dalle forti raffiche di vento della scorsa settimana. 
 
È iniziato infatti il conto alla rovescia per l’inizio del Mercatino di Natale, che aprirà sabato 24 novembre in un Parco delle Terme devastato ma completamente ripulito e sicuro. Proprio ieri mattina l’incontro che ha stabilito con certezza che l’inaugurazione sarà il 24 novembre alle 14. «Tutte le operazioni necessarie - ha spiegato Stefano Ravelli, amministratore delegato dell’Apt - stanno avvenendo velocemente e credo che riuscire ad aprire in tempo sia anche simbolo dell’identità del territorio e della forte collaborazione che ci contraddistingue». 
 
Nell’ultima settimana sono stati continui gli incontri tra responsabili e funzionari provinciali, Azienda per il turismo Valsugana Lagorai e il Consorzio Levico in Centro che già la scorsa estate aveva individuato i 60 espositori i cui prodotti si potranno ammirare tra meno di venti giorni nel Parco asburgico. «Rispetto alle passate edizioni per l’ospite non cambierà proprio niente» ha sottolineato il presidente del Consorzio Levico In Centro Gianni Beretta, che fin da subito aveva creduto nella velocità e nell’efficienza delle squadre al lavoro. «Per la data di apertura del Mercatino tutto il Parco sarà accessibile e praticabile: già dalla scorsa settimana sono al lavoro i boscaioli, che hanno in gran parte liberato i viali interni, e in settimana inizieremo a montare le casette».
 
Gli organizzatori non si lasciano intimidire dall’enormità dei tronchi caduti e la pulizia dell’area verde «sta procedendo bene» ha spiegato il direttore Fabrizio Fronza. Alle molte squadre al lavoro, tra cui una di boscaioli specializzati, se ne aggiungerà un’altra oggi in giornata, portando altri mezzi necessari per lo sgombero che «non dovrebbe durare più di due settimane». Alcuni tronchi sono già accatastati e nei prossimi giorni sarà attiva una macchina cippatrice per smaltire parte del legname. Ma ci sarà bisogno di un grande piano di reimpianto per consentire alla zona est del Parco, completamente rasa al suolo dalla forza del vento, di tornare a risplendere. A questo proposito Apt e Consorzio stanno pensando di organizzare, in concomitanza con il Mercatino, una raccolta fondi per contribuire alla ricostruzione del Parco e sensibilizzare i visitatori che attraverseranno quest’anno il maestoso cancello all’ingresso sud. Non si è ancora stabilito un piano preciso ma il direttore sta già pensando alla prossima primavera, momento in cui il Parco assumerà una forma nuova: sicuramente «gli alberi che pianteremo saranno di dimensioni generose, tra i 400 e i 450 centimetri di altezza, e verranno piantati a zone».
 
Per il reimpianto si pensa già all’inserimento di alcune specie che erano previste nel progetto originario del giardiniere berlinese Georg Ziehl come platani, aceri e faggi: saranno meno numerose di come i residenti se le ricordano invece le conifere che erano proliferate nei decenni scorsi. «Si erano indebitamente piantati troppi abeti, che sono pericolosi, di difficile gestione all’interno di un Parco e poco stabili» ha ricordato Fronza. Tra gli esemplari caduti si è contata l’età delle grandi Thuje, tutte abbattute, all’ingresso est che avevano 76 anni, dei cedri nei pressi dell’anfiteatro, piantati appena dopo la Prima Guerra mondiale, mentre il più antico era un pino nero che aveva raggiunto il centesimo anno d’età.

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