Yara Paoli fa crescere le aziende
Iniziare a raccontare Yara Paoli vuol dire davvero intraprendere un lungo e avventuroso viaggio che porta dall'Oriente all'Occidente, dentro e fuori il mondo reale e quello digitale. Partiamo, quindi, dall'ultima tappa: è di Borgo Valsugana, abita a Barcellona, ed è di recente diventata Chief Growth Officer di Preply, la piattaforma online per l'apprendimento delle lingue straniere che apre da gennaio un ufficio a Barcellona. È qui che sta Yara Paoli, esperta di «Growth hacking». Lei si occuperà di far crescere Preply in reputazione e utenti, di indicare strade di sviluppo, nuovi mercati dove ampliarsi. Cosa che ha già fatto con Skyscanner, la piattaforma online di viaggio. C'è anche Yara dietro alla crescita, formidabile, di quello che oggi è un notissimo portale di ricerca destinazioni e per questo è stata scelta per un'altra grande avventura con Preply che ha annunciato il suo ingresso in azienda trionfalmente.
Come è iniziata questa tua ascesa in mondo che per molti è ancora sconosciuto?
Ero a Barcellona al tempo, dove ero andata per motivi personali. Ho cominciato a notare che si sviluppava un trend di ricerca di nuovi profili: specialisti del marketing ma in formato digitale, online. Erano i primi giorni di Google Adwords e Facebook ancora non aveva lanciato la sua piattaforma di advertising, ma visti i numeri di utenti attivi era chiaro quale sarebbe stato il trend negli anni a venire. Ho così preso una decisione razionale di buttarmi e sperimentare in un campo non solo nuovo per me, ma in generale: l'online marketing e l'online business development. Ho trovato lavoro con varie start up in uno degli incubatori di start up più famosi in Spagna all'epoca: il Gruppo Intercom. Ho imparato tutto sul campo, leggendo, chiedendo, molte volte con la paura di sembrare stupida e di dover già sapere! Ma anche sperimentando, imparando dai miei errori. Ho imparato lo spagnolo, ed il catalano, da zero, con uno sforzo focalizzato ed intensivo. Ho imparato a far crescere online un business originariamente creato per un paese, per un altro: in principio attraverso la «localizzazione ed espansione» da un business spagnolo a Italiano; da una piccola idea a una start up validata. Da ventimila visite al mese a un milione.
Skyscanner è probabilmente l'azienda più nota al pubblico fra quelle per cui hai lavorato, come sei arrivata lì?
Forse è curioso sapere che ho proattivamente mandato la mia candidatura quando ho notato che cominciavano a volersi espandere in diversi mercati europei: Francia, Germania, Svezia. Ho scritto una mail dicendo che se avessero avuto bisogno di qualcuno per espandersi in Italia io ero probabilmente la persona per loro. Il giorno dopo mi hanno chiamato per un colloquio e il mese seguente mi sono trasferita ad Edimburgo come responsabile del mercato Italiano per Skyscanner. Ero l'impiegata numero 32, di una piccola azienda tecnologica di ricerca di voli ecoonomici. Otto anni dopo, quando ho lasciato l'azienda, eravamo più di 1000: l'impresa era stata venduta per 1.4 miliardi di sterline ad un gigante del travel cinese, io vivevo a Singapore e avevo un team di 300 persone in tutto il mondo.
Come si arriva a questi livelli?
Non è il risultato di fortuna o gioco d'azzardo, ma l'output di anni di duro lavoro e sperimentazione, sforzi, focus e anche vari errori, da cui però ho sempre cercato di imparare, per poter crescere più in fretta e poter meritare la credibilità e il rispetto nell'ambito «growth» (=crescita/sviluppo) che oggi credo di avere.
Si parla di carenza di lavoro, quanto offre in questo senso il mondo digitale?
Il lavoro non mi manca. In generale comunque il lavoro online sta prendendo molte forme, più accessibili a varie persone con differenti formazioni. Il prolificarsi di tutti questi marketplaces (ex Amazon) stanno cambiando il nostro ecosistema lavorativo drammaticamente e cambiando le leggi dell'offerta e della domanda. Bisogna aprirsi e capire il nuovo per poter continuare a sviluppare nuove professionalità e opportunità di lavoro.
Dicevo che il lavoro non mi manca. Mi viene da dire per fortuna, come spesso si dice per frase fatta, ma non sarebbe corretto. Qui la fortuna ha un ruolo insignificante, se non magari nell'avermi fatto incontrare dei leader molto validi o aver avuto un grande manager illuminato, disponibile e pronto a insegnare.
Siamo in un tempo nel quale il mood principale è quello del pessimismo verso il futuro. Che ne pensi?
Il mondo reale e digitale è pieno di opportunità per chi le vuole cercare, per chi ha voglia di darsi da fare e crescere, imparare, condividere, aiutare ed essere aiutati. Non credo di essere meglio di altri, nè più speciale: ma nella mia mediocrità ci metto impegno, energia, determinazione, autenticità e onestà. La costanza in questi elementi è importante. E finora questo mi ha portato buoni frutti.
Qualche segreto per affrontare meglio le sfide del presente da condividere con i nostri lettori?
Sono una persona soddisfatta e felice e soprattutto sono cosciente che è una meravigliosa opportunità poter parlare al presente, e non al passato o al futuro. Credo in un'adattazione del concetto di Karma, per cui più dai e più ti sarà dato e la buona intenzione mista a determinazione e fatti è il segreto. Non studio nè lavoro per gli altri, ma per me: perchè ci credo, mi piace e posso ancora imparare e crescere molto. Certo ho avuto anche una famiglia attenta, che mi ha permesso di studiare, e sono cresciuta in una regione che rispetto ad altre funziona ed è bellissima nei suoi immensi panorami di montagna, ma oggigiorno ci sono modi per imparare online a costo ridottissimo ed essere ispirati non necessariamente dalle Dolomiti. Non ci sono scuse per non«crescere.
Un motto nel quale ti ritrovi?
Sono due. Una è una frase di Seth Godin: «Come ti permetti di accontentarti di poco quando il mondo ha reso così semplice per te fare la differenza?». L'altra è di Sheryl Sandberg «Le donne devono spostare il loro modo di pensare da "Non sono pronta a questa sfida" a "La voglio fare - e impareró facendola».