Emergenza povertà in Alta Valsugana Impennata delle richieste di aiuto
È emergenza povertà, in Alta Valsugana: a testimoniarlo ci sono i dati (ancora parziali) forniti dalla Caritas del perginese e dalla Caritas decanale di Levico e relativi al 2020, l'anno della pandemia e del lockdown, una combinazione che non ha fatto altro che moltiplicare all'ennesima potenza delle situazioni già delicate, oppure ha avvicinato alla soglia della povertà famiglie che prima erano di poco sopra la soglia della sopravvivenza minima.
A titolo di esempio, da gennaio a novembre di quest'anno la Caritas del Perginese ha elargito, fra buoni spesa ed aiuti economici vari, qualcosa come 47.315,66 euro : se si considera che appena due anni fa questa cifra ammontava a 13.750 euro , l'aumento in due anni è pari al 244%.
Di questa importante somma, più della metà è stata destinata ai buoni pasto, formula introdotta da aprile, in pieno lockdown, per andare comunque incontro ai bisogni delle famiglie (sostituendo di fatto i pacchi viveri) visto che la sede, per ovvi motivi di sicurezza, è stata chiusa ed i contatti ed i colloqui d'ascolto sono solo telefonici, e così è anche ora, per l'allerta che la seconda ondata della pandemia sta portando.
I dati più precisi saranno forniti più avanti ma Rosalba Pilato, coordinatrice della Caritas del perginese, aiuta a leggere la situazione attuale: «Finora - spiega - abbiamo accolto le richieste di più di 100 nuclei familiari , che vuol dire ben più di 200 persone in totale, la maggior parte italiane.
Quest'anno abbiamo assistito ad una vera e propria esplosione del bisogno, perché la crisi legata al Covid non ha fatto altro che accentuare problemi vecchi o latenti.
In particolare i problemi al lavoro sono quelli che colpiscono maggiormente le persone: gli stipendi sono sempre più bassi, ma gli affitti, per una città come Pergine, sono invece molto cari, ed oltretutto va considerato che Pergine, come offerte lavorative, offre ben poco».
Prima di Natale, in collaborazione con il Banco Alimentare, ci sarà un surplus di distribuzione di pasta, ma com'è facilmente intuibile gli interventi una tantum tamponano solamente le emergenze.
La situazione cambia di poco se ci si sposta ad analizzare i dati della Caritas decanale di Levico (che comprende anche i paesi di Caldonazzo, Calceranica, Tenna, Barco ed il Comune dell'Altopiano della Vigolana): dati relativi ai primi nove mesi del 2020, ma comunque molto significativi.
Da gennaio a settembre sono stati incontrati 111 nuclei familiari (il 72% dei quali italiani), con un incremento del 39% rispetto al 2019.
«Le richieste e le conseguenti risposte offerte dal Centro d'Ascolto - spiega il coordinatore Alessandro Gremes - continuano ad aumentare, in cinque anni sono quasi raddoppiate raggiungendo le 3.550 nei primi nove mesi del 2020. L'aumento delle richieste corrisponde con un aumento delle persone incontrate a causa della pandemia di Covid-19 e si rileva un intervento sempre più strutturato aumentando le richieste pro capite, con oltre 32 r ichieste medie in un anno per ogni persona seguita».
Anche gli interventi di aiuto economico, rispetto al 2019, sono aumentati: da gennaio a settembre gli aiuti ammontavano a 66.123 euro , con un aumento del 33% rispetto al totale dell'anno precedente (quando gli interventi erano pari a poco meno di 50 mila euro). In particolare, la voce di uscita più alta riguarda i pagamenti degli affitti (quasi 20 mila euro), seguiti dai buoni spesa (circa 13 mila euro), l'acquisto di alimentari (12.300 euro).
Da settembre in poi, ovviamente, queste cifre (anche se non ancora contabilizzate) sono aumentate ancora. Sintomo di una crisi e di una emergenza che al momento non conosce fine.