Sono 813 le utenze Amnu che non scaricano "secco" Super virtuose o imbroglione?
Le perplessità del sindaco di Pergine Oss Emer
Sono 813 le utenze di Amnu che nel corso del 2020, in tutta l'Alta Valsugana, non hanno conferito mai una volta il secco residuo. Un miglioramento insomma c'è stato. Ma che cosa stanno a significare, nella pratica, questi numeri? Non tutti rappresentano i cosiddetti «furbetti», per tutta una serie di variabili che non emergono dalle tabelle, che fotografano plasticamente la situazione al 31 dicembre senza tener conto di utenze poi chiuse per diversi motivi, o attività che, soprattutto a causa del lockdown, hanno lavorato poco (o purtroppo hanno addirittura chiuso) nel corso del 2020. Ma sicuramente fra queste utenze, di «furbetti» se ne possono trovare.
«In linea di massima - spiega il presidente di Amnu spa, Alessandro Dolfi - tutte le utenze intestate a residenti, ma che non producono rifiuti, sono sospette: o non sono realmente intestate a ver residenti, o il rifiuto residuo segue una strada non corretta. Lo stesso discorso vale anche per utenze non domestiche: al netto di qualche doppia utenza intestata allo stesso utente che può avere conferito i rifiuti in un contenitore diverso, è difficile che una utenza non produca nemmeno un litro di secco residuo in un anno».
Così, ad esempio, emerge che ad avere zero conferimenti, secondo le categorie definite dall'azienda, sono 145 uffici o agenzie, 122 autorimesse e magazzini senza vendita diretta, 107 fra sale espositive, biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto, 82 fra istituti di credito e studi professionali, 81 negozi fra abbigliamento e calzature, 45 attività artigianali con produzione di beni, 24 bar, caffè e pasticcerie, 23 attività artigianali e botteghe (falegname, idraulico, fabbro, elettricista). Ma risultano poi anche, con numeri minori, supermercati, macellerie, negozi di alimentari (16), ortofrutta, pescherie, rivendita di fiori (14), edicole, farmacie, autosaloni, campeggi, distributori di carburanti, impianti sportivi, parrucchieri e barbieri, centri d'estetica, attività industriali con capannoni, ristoranti, trattorie, pizzerie (16), carrozzerie e officine, alberghi, oltre ovviamente a nuclei familiari.
«Non è possibile - commenta il sindaco di Pergine Roberto Oss Emer - che un utente in un anno non abbia la necessità di smaltire qualcosa come secco residuo. Può essere che alcuni siano molto bravi nel fare la spesa e nel fare la raccolta differenziata e può anche essere che qualcuno, se ha da conferire poco, utilizzi il bidone dei genitori, ma è ragionevole supporre che molti di questi abbiano scaricato il tutto nei contenitori degli imballaggi leggeri o che lo abbiano abbandonato presso i cassonetti o ancor peggio a lato della strada».
Il fatto che, probabilmente, parte del rifiuto residuo venga conferito con gli imballaggi leggeri verrebbe confermato dalla percentuale di impurità che, soprattutto in questa categoria di rifiuto, viene riscontrata ed è pari al 23,34% nel 2020 e in costante peggioramento dal 2017. Questo, nonostante siano stati tolti i cassonetti "liberi" dalla strada e obbligati gli utenti a fare riferimento ai Crm o a svuotare a pagamento: una scelta che era stata motivata proprio per la necessità di ridurre le impurità e che non sembra aver dato risultati apprezzabili, anzi. Ai Crm, poi, quasi nessuno controlla cosa viene svuotato nei container degli imballaggi.
«L'equilibrio tra i servizi offerti al cittadino e i conseguenti costi che si riversano sulle fatture -conclude Dolfi - è sempre discutibile e diversamente valutabile. È comunque sotto gli occhi di tutti il livello di decoro urbano che è sicuramente paragonabile a quello di territori limitrofi presso i quali sono attivati servizi differenti, magari il porta a porta spinto, con costi di gestione ovviamente più elevati». Con l'occasione il presidente annuncia anche una novità importante, proprio per quanto riguarda gli imballaggi leggeri: nel corso del 2021 il servizio di raccolta verrà potenziato con la consegna, alle utenze che lo richiederanno, di un contenitore dedicato per una raccolta di prossimità, mantenendo invariata la tariffa di smaltimento attuale, pari a 16 centesimi a svuotamento.