La ditta svuota una casa, e butta mobili e rifiuti nel bosco a Bieno: multa da 13 mila euro
BIENO - Abbandono e trasporto di rifiuti non autorizzato. Sequestro del veicolo ed una sanzione amministrativa di 13 mila euro. È il risultato di una indagine condotta sul territorio dagli agenti del corpo di Polizia Locale Valsugana e Tesino. Settimane di intenso lavoro, il tutto coordinato dal comandante facente funzioni Arianna Tamburini dopo che, esattamente mercoledì 10 febbraio, veniva scoperta una grande quantità di rifiuti abbandonati in località Lusumina, nel comune di Bieno.
«Siamo stati attivati da un cittadino che, di fatto, con la sua preziosa collaborazione ci ha permesso di individuare gli autori del gesto». Grazie al numero di targa del furgone, infatti, è stata individuata una ditta trentina (non della Valsugana) che opera nel settore dello sgombero di edifici ed abitazioni private. In quei giorni stava lavorando a Grigno.
«Quando l'abbandono di rifiuti è commesso da una impresa, il fatto costituisce sempre reato al Testo Unico ambientale. Nel caso di specie è stato accertato anche il trasporto di rifiuti non autorizzato». Se una ditta trasporta rifiuti, anche in conto proprio, deve essere iscritta all'Albo Gestori Ambientali. «In questo caso – ricorda Tamburini - la società è iscritta ma non per la tipologia di rifiuti abbandonati. E, soprattutto, il furgone utilizzato non era autorizzato a fare trasporto rifiuti». A pochi metri dal torrente è stato scaricato di tutto. Legno, plastica, televisori, materiale di sgombero da una abitazione privata. Gli autori del fatto sono arrivati fino a Bieno, forse perché in quei giorni la strada del Morello era chiusa al traffico. È l’unico CRZ aperto in quella giornata si trovava a Castello Tesino.
Ma il furgone si è fermato molto prima. All’ingresso dell’abitato di Bieno. Per gli agenti del corpo è stato difficile identificare il soggetto responsabile dell'impresa che ha eseguito l'abbandono dei rifiuti. Sia il legale rappresentante che l’amministratore sono stranieri, non sono rintracciabili e sconosciuti anche ai dipendenti. «Siamo riusciti a risalire a chi gestisce la società. Una persona residente in Trentino da molti anni con potere di firma e che di fatto è il dominus della ditta in questione». Furgone sequestrato ma, soprattutto, grazie alla preziosa collaborazione tra cittadini ed agenti, è stato possibile individuare gli autori del gesto colpevoli di reato. Sono accusati di abbandono e deposito incontrollato di rifiuti, di trasporto di rifiuti in mancanza della prescritta iscrizione all’Albo nazionale gestori Ambientali. Prevista la pena dell'arresto da tre mesi a un anno o, in alternativa, una ammenda da 2.600 a 26.000 euro se si tratta di rifiuti non pericolosi. Trattandosi di un reato oblabile, il legale rappresentante della società è ammesso al pagamento in sede amministrativa. In questo caso, se il pagamento avviene entro 30 giorni della notifica, la somma da pagare è pari ad un quarto della sanzione massima prevista. In tutto 13.000 euro. In caso di omesso pagamento il reato sarà discusso presso il Tribunale di Trento.