A Selva di Grigno c’è un nuovo hotel: costruito dai bambini dell’asilo, ma riservato alle api
Domenica scorsa l’inaugurazione con Selva Green, gli esperti e i piccoli: nel biotopo del Fontanazzo il monitoraggio delle api mellifere selvatiche, parte della riconversione «pulita» dei terreni avviata dalla comunità
GRIGNO. Nella verdissima frazione di Selva di Grigno, da domenica, c’è un nuovo hotel. Ma è riservato alle api. Ed è stato costruito dai bambini dell’asilo.
E’ stato inaugurato nel corso di una iniziativa chiamata «Domus mellifera: una casa per le api» nel cuore della Riserva naturale provinciale "Fontanazzo" alla quale hanno partecipato molti abitanti, oltre agli iscritti della associazione Selva Green, con gli esperti ed alcuni bambini e insegnanti della Scuola dell'infanzia di Grigno che hanno posizionato l'hotel per gli insetti autocostruito.
Ma da dove viene l’idea? Spiegano i volontari di Selva Green: «Risale ormai a trent’anni fa l’inizio degli espropri di terreni agricoli per la costituzione di una riserva naturale. Sicuramente riserva non fatta nascere a caso, in quanto sede di risorgive carsiche che rendono l’area particolarmente umida e palustre, dove sorge un ormai raro bosco ripariale in cui sono ospitate particolari specie vegetali e animali. All’inizio la riserva è stata vista dalla popolazione come un’imposizione dall’alto, un avulso impossessamento di territorio, avvenuto in un epoca in cui l’agricoltura e i terreni avevano ancora un importante valore anche per la sussistenza delle famiglie.
Ma ormai l’evoluzione sociale ed economica stava già conducendo la zona a un progressivo spopolamento e perdita di valore della terra, analogamente ad altre aree marginali. Così gli abitanti divennero gradualmente ben felici di cedere i propri terreni alla riserva che diventava sempre più grande. Ambedue si evolvevano però in maniera distaccata l’una dall’altra.
Solo in questi ultimi anni sembrano essersi rincontrate. Una comunità unita e radicata e una riserva naturale curata e ben valorizzata. Possono così nascere delle iniziative come quella di domenica scorsa. All’interno della riserva, la comunità sta attuando una riconversione ecologica dei terreni fino allo scorso anno coltivati a mais da foraggio (coltura che necessita di pesanti trattamenti chimici e impoverisce i terreni), attraverso prati ricchi di specie locali, campi, frutteti e orti».
Assieme a Paolo Fontana, entomologo, apicoltore e ricercatore presso la Fondazione Edmund Mach e Nicola Tormen direttore di WBA Project (in seno alla WBA: World Biodiversity Association) si è installata la Domus mellifera su un grande e vecchio melo allo scopo di conoscere le api da miele selvatiche. Inoltre sono stati installati dei sistemi di cattura, riconoscimento, campionamento e analisi di polline e insetti per monitorare l’evoluzione degli impollinatori nei terreni riconvertiti. Questi monitoraggi dureranno 5 anni e se ne occuperanno i cittadini interessati col supporto degli scienziati.
A conclusione della mattinata alcuni bimbi delle scuole dell’infanzia di Grigno e Tezze e i loro insegnanti hanno installato i piccoli hotel per gli insetti che hanno costruito con le proprie mani attraverso un laboratorio a scuola.
Stefano Marighetti, presidente della locale associazione Selva Green afferma che: “Gli impollinatori sono componenti fondamentali degli ecosistemi, imprescindibili per l’agricoltura e la produzione di cibo. Qui, tra altri animali, laghi, ruscelli, boschi, siepi, prati fioriti, campi, frutteti e orti abbiamo una varietà di ambienti eccezionali per conoscerli e salvaguardarli e aver modo così di valorizzare e conoscere il nostro territorio».
Questa è un’altra rara peculiarità del Fontanazzo, ovvero la comunità che lo vive si sta avviando ad esserne custode, guidata da figure competenti.