Il sorriso di Jennifer Bettega si è spento a soli 23 anni: con la sua fantasia ha aperto per tutti una nuova finestra sul mondo
L’ultimo abbraccio lunedì 3 luglio a Zortea, dove la comunità ha salutato la forza e il coraggio di una giovane ragazza che ha saputo tingere di grinta ogni suo progetto di vita: nei suoi racconti e nelle sue storie ha raccontato la gioia e la voglia di vivere, mai cancellate da quel 25 ottobre 2010
LA STORIA Jennifer e il miracolo della vita: «Speranza, mai perderla»
VALLAGARINA Addio a Roberta Tovazzi, nei suoi libri la lotta contro il cancro
FIEMME Un fiore per aiutare il piccolo Federico che lotta contro la malattia
IL GESTO Guarita dal cancro, Nara a sei anni regala i capelli per una parrucca
LA RINASCITA Stefano Dalvai, dal trapianto alla corsa in montagna
CANAL SAN BOVO. Jennifer Bettega, nel fiore dei suoi 23 anni, è stata strappata alla vita da un destino crudele, malvagio, insensibile che si è accanito su di lei fino a portarla via dai suoi cari: mamma Barbara, papà Narciso, i fratelli Jonathan, Sebastian e Ilary. Una famiglia che l'ha amata, protetta e sostenuta fino all'ultimo.
Quel fatidico 25 ottobre del 2010 è ancora impresso nella memoria di tutti, sia nel Vanoi, dove è nata e cresciuta, sia a Primiero, dove ha conseguito il diploma all'Istituto tecnico economico. Ci fu una grande ondata di solidarietà protratta negli anni con l'obiettivo di sostenere Jennifer e la sua famiglia nel fronteggiare i costi insostenibili delle numerose cure, degli interventi costanti e dell'assistenza necessaria: pure una trasferta a Beirut per un autotrapianto di cellule staminali, nel tentativo di sostituire quelle che avevano smesso di funzionare. Tutto questo a seguito di un arresto cardiaco subito a scuola, un evento inaspettato che l'aveva costretta a vivere su una sedia a rotelle, intrappolando la sua brillante intelligenza, la sua vitalità e il suo desiderio di esplorare il mondo in un corpo inerte.
Nessun segno premonitore aveva lasciato presagire ciò che sarebbe accaduto, poiché Jennifer non aveva né problemi fisici né di salute. Era semplicemente intenta a chiacchierare con i suoi compagni prima che suonasse la campanella, quando improvvisamente cadde a terra priva di sensi. Il suo cuore smise di battere per alcuni interminabili istanti. La bidella chiamò immediatamente i soccorsi, e Jennifer venne trasportata in elicottero all'ospedale Santa Chiara di Trento, mentre i suoi genitori venivano scortati in ospedale dai vigili del fuoco di Canal San Bovo, sperando di arrivare in tempo. Successivamente, venne trasferita al nosocomio di Padova, dove i medici le diagnosticarono un brutale arresto cardiaco con gravi danni cerebrali da curare. Per lungo tempo, fu mantenuta in coma farmacologico, in vita solo grazie alle macchine della terapia intensiva.
Alla sua dimissione, iniziò una lunga fase di riabilitazione presso diversi centri, che le consentì di sperare in una nuova vita, ma attraverso una dura strada costellata di sedute di fisioterapia e logopedia.Una famiglia unita che l'ha sempre sostenuta, standole accanto in una quotidianità catapultata in un dolore atroce nel vedere la loro piccola soffrire, impotenti e inerti davanti al muro dei responsi dei medici che non potevano dare né speranze né garanzie sul futuro che di certo, non l'avrebbe aiutata.
Nonostante tutto, Jennifer era riuscita a mantenere e accrescere la bellezza del sorriso, la voglia di lottare, trovando nella fantasia una finestra che le permetteva di affacciarsi al mondo. Aveva un talento straordinario, oltre alla voglia di vivere: una immaginazione incredibilmente originale. La sua difficoltà nell'esprimersi con la voce e nel muovere le mani era stata superata durante il lockdown grazie ad una speciale tavoletta alfanumerica che le permetteva di comporre lettera per lettera dei racconti di fantasia dando forma e vita immaginosa a personaggi fantastici, con nomi incredibili, trascritti e poi elaborati al computer con l'aiuto di Serena Nicoletti coordinatrice di Anffas Trentino Primiero.
Storie diventate libretti disponibili in biblioteca, colorati dai ragazzi del centro Anffas: un'autentica esplosione di colori.Ora Jennifer vivrà nei suoi oltre venti racconti, tutti con una morale, pronti a strappare un sorriso sì, ma ad una lettura più attenta, permetterci di cogliere quel suo messaggio di libertà, speranza e uguaglianza che traspare vivido. Merita ricordare che Jennifer ha partecipato al premio letterario femminile internazionale "Inner Wheel per la donna" riservato a giovani donne particolarmente promettenti nella scrittura e che hanno dimostrato talento in campo linguistico e che già si era distinta nell'ambito dei progetti letterari promossi dall'Istituto di Istruzione Superiore di Primiero.
Il suo esempio, così come quello della sua famiglia, è la prova tangibile che di fronte alle avversità più grandi, la forza della fantasia e dell'amore può trasformare il dolore in fonte di ispirazione: Jennifer ha saputo donare una speranza infinita attraverso la sua creatività. La cerimonia funebre si è tenuta lunedì 3 luglio alle ore 14.30 nella Chiesa Parrocchiale di Zortea.