Grand Hotel Imperial, si torna all'affitto: «Troppi 12 anni per pagare e piano interventi lacunoso»
Mauro Groff, dirigente dell’Umts: «Si cercherà di verificare se ci sono soluzioni che ci permettano di mantenere la proprietà pubblica, in un contesto in cui il gestore può intervenire sapendo subito come. Per trovare un nuovo gestore dobbiamo rivedere i valori di locazione con prezzo sostenibile»
IL NO Salta la vendita del Grand Hotel Imperial di Levico Terme
IL FLOP Grand Hotel Imperial chiuso, mandati a casa 32 dipendenti
IL PRECEDENTE Levico, al Grand Hotel tra crisi e debiti
LEVICO TERME. Rischia di restare chiuso ancora per molti mesi, il Grand Hotel Imperial di Levico Terme. La valutazione negativa espressa dall'Unità di missione strategica Patrimonio e Trasporti della Provincia sulla proposta di acquisto avanzata a Patrimonio del Trentino spa dagli imprenditori Alessio Agostini, Gabriele Agostini e Lorenzo Guadagnini (l'Adige di mercoledì) va di pari passo infatti con un ripensamento sostanziale su quale debba essere il destino dell'immobile di proprietà pubblica.
A spiegare nei dettagli come stanno le cose e quali sono gli scenari è il dirigente dell'Umts Mauro Groff: «Come avete scritto, uno dei motivi per cui l'offerta di acquisto fatta a Patrimonio del Trentino spa è stata giudicata negativamente è di carattere economico finanziario. La proposta prevedeva di fatto una assunzione in gestione lunga 12 anni, al termine della quale sarebbero state versate le somme per l'acquisto. Nel frattempo, i proponenti chiedevano di mettere in conto affitto gli investimenti fatti». Ma il problema, spiega il dirigente, era anche un altro: «Non abbiamo avuto piena contezza del piano degli investimenti ritenuti necessari anche dal Comune per il rilancio della struttura».
Insomma, la proposta di acquisto non dettagliava i lavori di riqualificazione, né per la tipologia né per la tempistica. E questo aspetto non è secondario, dal momento che il Grand Hotel Imperial è un immobile tutelato e che ci sia un piano di investimenti preciso e definito in anticipo è necessario perché la Soprintendenza, che deve ancora concludere le verifiche che le spettano, possa dare il proprio parere. «Qualunque investitore - aggiunge Groff - deve sapere cosa può fare e cosa no, senza sorprese».
«Dulcis in fundo, sia la Provincia di Trento sia il Comune di Levico hanno fatto presente l'esigenza di una garanzia di mantenimento della proprietà pubblica per diversi anni, prima di vendere il Grand Hotel a un privato», aggiunge il dirigente. Garanzia rispetto al fatto di mettere l'albergo in mani davvero serie ed evitare la possibilità di una rivendita tra privati entro pochi anni, senza poter a quel punto dire più niente. Ma come mai queste valutazioni non le ha fatte Patrimonio del Trentino, formalmente proprietaria dell'albergo e venditrice in pectore?
«Patrimonio è autonoma - chiarisce Groff - ma sia nella fase di vendita che di acquisto dei beni pubblici deve sottoporre le operazioni al vaglio della nostra Unità, sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista delle clausole previste nel contratto». Adesso, cosa succederà? «Adesso si cercherà di verificare se ci sono soluzioni che ci permettano di mantenere la proprietà pubblica, in un contesto in cui il gestore può però intervenire sapendo subito come, mettendo sul tavolo un piano finanziario consistente e dettagliato. Quello che dobbiamo fare, per trovare un nuovo gestore, è cercare di rivedere i valori di locazione, individuando un prezzo sostenibile per gli imprenditori eventualmente interessati. All'ultima società affidataria, Fidelity Italia, forse si è chiesto troppo: il canone andava dai 250.000 euro iniziali ai 500.000 euro di fine rapporto, con investimenti obbligatori quantificati in 4 milioni».
Valori da rivedere, dunque, tramite «un nuovo bando a cui si sta lavorando», e che Groff pensa sarà pronto in un paio di mesi: quasi sicuramente, troppo tardi per una riapertura estiva. Un bando che potrebbe prevedere una locazione decennale con l'opzione finale di acquisto, e intanto una valutazione intermedia per capire se chi si assumerà la gestione sia in grado anche di riqualificare l'immobile.