Scurelle, la pizza tagliata costa caro: la lamentela di un ex poliziotto
Con la sua famiglia, Sergio Paoli ha ordinato quattro pizze da asporto per un totale, come da listino regolarmente esposto, di 37 euro e 50 centesimi. Ma al momento di pagare il conto la spesa sale a 43 e 50 centesimi. In quel momento decide di scoprire il motivo di quei sei euro in più. Ed ecco la sorpresa
VALSUGANA. La voce sullo scontrino dice "tagliata". In tutto due euro. Per portarsi a casa quattro pizze, pagando anche altri quattro euro, come si legge sempre nello scontrino, per la voce "asporto pizza".È quanto successo nei giorni scorsi a Sergio Paoli, levicense, pensionato che, dopo 35 anni nella Polizia di Stato, la sua grande passione per la scrittura lo ha portato recentemente a pubblicare il libro "L'ora del baco", un racconto dell'intelligenza artificiale dedicato alla vita dei boomer.
Come si legge nel suo blog "Il trentaquattresimo trentino" tutto è successo, nei giorni scorsi, alla pizzeria Rosy di Scurelle. Con la sua famiglia hanno ordinato quattro pizze da asporto per un totale, come da listino regolarmente esposto, di 37 euro e 50 centesimi. Ma al momento di pagare il conto la spesa sale a 43 e 50 centesimi. In quel momento Sergio Paoli decide di scoprire il motivo di quei sei euro in più. E, come si legge nel suo blog, ecco la sorpresa: trova quattro volte la dicitura "tagliata" al costo di 50 centesimi più 4 euro per quattro cartoni d'asporto!
«A quel punto - scrive Sergio Paoli - decido di chiedere lumi e mi viene spiegato che la dicitura tagliata altro non è che il corrispettivo per il taglio delle pizze». Immaginate la sua grande sorpresa, a tal punto che ha deciso di rendere noto l'accaduto anche sul suo blog.
«Ho cronometrato quanto ci si impiega a tagliare una pizza. Se la rotella è affilata si fanno due tagli a croce in due, tre secondi e il conto è presto fatto. In un minuto - si legge - si possono tagliare oltre venti pizze, più di 1.200 all'ora. Lavorando solo sei ore al giorno, per sei giorni alla settimana e 50 settimane all'anno si possono tagliare oltre due milioni di pizze, quindi incassare più di un milione di euro!».
E non è finita. «Se poi aggiungiamo che per ogni pizza vengono chiesti 1 euro per il cartoncino, con un ricarico approssimativo del 235% ovvero 70 centesimi a pizza (sul prezzo al privato di un imballaggio e non di acquisto all'ingrosso), ecco che al malloppo possiamo aggiungere un altro milione di euro. Insomma, se pensavate di prendere un master in Information Systems Management ed assicurarvi un futuro, lasciate perdere e comperatevi una rotella tagliapizza» conclude Sergio Paoli.
Contattato in merito alla vicenda, il titolare della pizzeria non ha voluto replicare alle critiche del blogger.