"Vorrei solo che questa partita fosse stata la finale", ha commentato Novak Djokovic dopo il match di tre ore e mezza contro Carlos ALcaraz che lo ha proiettato alle semifinali dell'Open d'Australia. E, dell'atto conclusivo, la sfida in quattro set tra il serbo alla caccia del 25/o titolo slam e lo spagnolo n.3 al mondo ha avuto tutte le caratteristiche, per tensione e qualità del gioco, suspense e agonismo, tanto che lo stesso vincitore l'ha definita "una delle partite più epiche che ho giocato su questo campo".
Ceduto il primo set 4-6 allo spagnolo favorito della vigilia, l'ex n.1 al mondo ha vinto i successivi tre (6-4, 6-3, 6-4), guadagnandosi il diritto di affrontare l'attuale n.2, Alexander Zverev, che ha battuto Tommy Paul (n.11) in quattro set (7-6, 7-6, 2-6, 6-1).
Domani la caccia all'altro penultimo step semifinale sarà l'obiettivo del campione in carica, Jannik Sinner, che se la vedrà con Alex De Minaur, e di Lorenzo Sonego, opposto a Ben Shelton, col sogno di poter vedere una sfida tinta d'azzurro. Ma intanto c'è da celebrare ancora una volta un Djokovic che a quasi 38 anni giocherà la sua 12/a semifinale del primo slam della stagione, che finora ha vinto dieci volte. E anche questo ha pesato nel nuovo confronto con Alcaraz (così come era avvenuto a Parigi nella finalissima olimpica che lo scorso 4 agosto ha consegnato l'oro a cinque cerchi a Djokovic), che invece a Melbourne non è mai riuscito a esprimersi al suo livello e ha subito la quinta sconfitta su otto scontri diretti, a conferma di una difficoltà anche psicologica ad avere la meglio sull'esperto rivale.
Neanche il problema all'inguine avvertito già nel primo set ha frenato la voglia e la determinazione di 'Djoko' che si è fatto curare per continuare poi quasi imperterrito la sua rimonta, come se i 16 anni di differenza e lo squilibrio nello stato di forma in campo non contassero nulla. "Ho giocato con una gamba e mezza, ma i farmaci hanno fatto effetto, ho preso anche una seconda dose.
Mi sono sentito sempre meglio, ho giocato un paio di ottimi game alla fine del secondo set - ha spiegato a caldo il serbo -. Carlos ha sbagliato da dietro e io ho cercato di sfruttare le mie chance. Poi dal secondo set fino alla fine della partita non ho avuto altre difficoltà".
E di non aver sfruttato quel momento si è autoaccusato Alcaraz: "Ero in controllo ma l'ho lasciato entrare di nuovo in partita. E' stato l'errore più grande che ho fatto - ha detto -. Nel secondo set avrei dovuto giocare un po' meglio solo per spingerlo ancora di più al limite, perchè aveva problemi anche solo a muoversi, ma non l'ho fatto".
C'è quindi un campanello d'allarme nel campo di Djokovic, al fianco del quale sta operando, a quanto pare bene, l'ex avversario Andy Murray, ma è difficile pensare che anche solo con qualche chance di giocarsela il serbo non tenti il tutto per tutto:"Domani capiremo meglio l'entità del problema e il giorno di riposo viene a puntino, vedremo se basterà per essere pronti venerdì contro Sascha che sta giocando il suo tennis migliore".
Zverev farà la sua terza semifinale in Australia, la seconda consecutiva, grazie soprattutto ai due set iniziali vinti al tie break con Paul, il quale ha reagito solo nel terzo per poi affondare definitivamente nel quarto. "Onestamente avrei dovuto essere sotto di due set" ha ammesso nell'intervista in campo con Jim Courier. Guardando a venerdì, quando ancora non sapeva se avrebbe affrontato Alcaraz o Djokovic, il tedesco si è limitato a dire di sentire di "poterli battere entrambi, anche se con Sinner sono i migliori al mondo. So di avere il livello giusto per farlo, l'ho già fatto in passato, spero di poterci riuscire di nuovo".