Parigi, auto piomba su un bar: un morto e sei feriti
This is a modal window.
This is a modal window.
Il ristoratore: "Non le vedevo da ottobre". Avevano 87 e 93 anni
Sul capo della polizia giudiziaria di Tripoli pende un mandato di cattura della Cpi
Trump avvia la guerra dei dazi contro Messico e Canada, minaccia i Paesi che impongono tasse alle multinazionali Usa. Sospende gli aiuti all'estero. Porta gli Stati Uniti fuori dall'Oms e dall'accordo di Parigi sul clima.
Prepara purghe interne e ripristina la pena di morte federale. Intanto, grazia i 1.500 assalitori di Capitol Hill. Dalle deportazioni di migranti alla dichiarazione di emergenza per l'energia, firma una valanga di ordini esecutivi e cancella l'eredità di Biden anche sulla diversità. Resta aperta la partita con Pechino su TikTok. Putin aspetta le mosse di The Donald e sente il 'caro amico' Xi. No di Mosca a cambiamenti sul Canale di Panama e della Danimarca alle pretese sulla Groenlandia. Von der Leyen suona la sveglia all'Ue: 'Cambiare marcia'. Arriva il piano per il rilancio della competitività figlio del rapporto Draghi.
Intervenendo al Forum economico mondiale in corso a Davos, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha assicurato questa mattina che l'UE sarà "pragmatica" con gli Stati Uniti dove ieri è iniziato il "nuovo corso" targato Trump. "La nostra massima priorità sarà quella di impegnarci nel dialogo senza indugio, esaminare quali sono i nostri interessi comuni e prepararci per il negoziato", ha detto Vdl, sottolineando che l'Unione difenderà i propri "interessi" e i propri "valori".
In particolare, Vdl ha sottolineato che l'accordo sul clima di Parigi, da cui Trump si è ritirato, "resta la migliore speranza di tutta l'umanità". L'Europa "manterrà quindi la rotta e continuerà a cooperare con tutte le nazioni che hanno la volontà di proteggere la natura e fermare il riscaldamento globale", ha insistito al World Economic Forum in Svizzera.
GLI ORDINI ESECUTIVI DI TRUMP: RITORNO AL PASSATO
Gli Stati Uniti fuori dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, dall'accordo globale sulle tasse dell'Ocse e da quello sul clima di Parigi. Ma anche la grazia ai rivoltosi del 6 gennaio e l'allentamento delle regole per consentire licenziamenti più facili per i dipendenti federali. Donald Trump ha lanciato la sua "rivoluzione del buon senso" per voltare pagina rispetto agli ultimi quattro anni e avviare una "nuova era" per gli Stati Uniti. Revocando 78 dei decreti esecutivi di Joe Biden, il presidente ha firmato una serie di provvedimenti per imprimere da subito il marchio dell'America First alla sua Casa Bianca.
* ADDIO ALL'OMS E ALL'ACCORDO DI PARIGI - Il neo presidente ha ritirato gli Usa dai due accordi internazionali considerati dal nuovo corso Maga un fardello per gli Stati Uniti.
* DAZI E TASSE - Nessun decreto li prevede al momento, ma Trump ha affermato che potrebbe imporli al 25% contro Messico e Canada a partire dall'1 febbraio. Il presidente ha ordinato anche l'uscita dall'accordo globale sulle tasse dell'Ocse, raggiunto lo scorso e che prevede, fra l'altro, una minimum tax del 15% sulle multinazionali. Un addio accompagnato dalla valutazione di misure di ritorsione contro i Paesi che applicano prelievi "extraterritoriali" sulle multinazionali a stelle e strisce.
* LA GRAZIA AI RIVOLTOSI DEL 6 GENNAIO - Trump ha graziato tutti i 1.500 rivoltosi accusati di aver compiuto reati nell'assalto al Congresso. Fra i beneficiari della grazia Enrique Tarrio, l'ex leader del gruppo di estrema destra dei Proud Boys e il fondatore degli Oath Keepers Stewart Rhodes.
* LA PAUSA PER IL DIVIETO DI TIKTOK - L'app continuerà a essere disponibile negli Stati Uniti per i prossimi 75 giorni, durante i quali si lavorerà alla ricerca di un acquirente. Posticipando l'entrata in vigore del divieto, Trump ha spiegato che vorrebbe almeno il 50% di TikTok in mani americane.
* SOLO DUE GENERI - Il provvedimento firmato sancisce che ci sono "solo due generi, maschio e femmina". Le agenzie federali "smetteranno di pretendere che gli uomini possono essere donne e che le donne possono essere uomini nell'attuazione delle leggi che tutelano contro la discriminazione sessuale", si legge nel provvedimento.
* GOLFO D'AMERICA - Il Golfo del Messico cambia nome e diventa Golfo dell'America. * REVOCA DEI TARGET PER I VEICOLI ELETTRICI - Trump ha abolito il decreto esecutivo non vincolante firmato da Joe Biden che puntava ad aumentare i veicoli elettrici fino a raggiungere la metà di quelli complessivamente venduti entro il 2030.
* VIA LO IUS SOLI - Come promesso in campagna elettorale, Trump ha ordinato l'abolizione della cittadinanza per i bambini di immigrati che sono nel Paese illegalmente. Lo stop inizierà fra 30 giorni.
* EMERGENZA NAZIONALE AL CONFINE CON IL MESSICO - Il decreto prevede l'invio dell'esercito al confine e il ripristino della politica 'Remain in Mexico'. Trump ha autorizzato inoltre che i cartelli della droga siano designati "organizzazioni terroristiche straniere". Fra le priorità, anche la ripresa della costruzione del muro con il Messico.
* EMERGENZA ENERGETICA - E' stata dichiarata per perseguire il 'drill baby drill', l'espansione delle trivellazioni per rilanciare il boom energetico americano. * CUBA - La rimozione di Cuba dalla lista degli stati sponsor del terrorismo viene revocata.
* SOSPENSIONE DEGLI AIUTI ALL'ESTERO - Lo stop di 90 giorni a tutti i programmi di assistenza estera degli Stati Uniti in attesa di revisioni per determinare se sono allineati con i suoi obiettivi politici.
* TORNA LA PENA DI MORTE FEDERALE - Trump ha firmato un ordine che ripristina la pena di morte federale, cancellando la moratoria voluta da Biden nel 2021.
"I Paesi europeo devono essere disposti a spendere quanto serve per la difesa"
Il critico cinematografico, docente Iulm: "Straordinario mimetismo fisico Marinelli"
L'autore, docente alla Iulm, ha "fiancheggiato" il lavoro di Bises e Serino
Operazione "Molosso" dei Carabinieri nel rione San Cristoforo
"Vorrei solo che questa partita fosse stata la finale", ha commentato Novak Djokovic dopo il match di tre ore e mezza contro Carlos ALcaraz che lo ha proiettato alle semifinali dell'Open d'Australia. E, dell'atto conclusivo, la sfida in quattro set tra il serbo alla caccia del 25/o titolo slam e lo spagnolo n.3 al mondo ha avuto tutte le caratteristiche, per tensione e qualità del gioco, suspense e agonismo, tanto che lo stesso vincitore l'ha definita "una delle partite più epiche che ho giocato su questo campo".
Ceduto il primo set 4-6 allo spagnolo favorito della vigilia, l'ex n.1 al mondo ha vinto i successivi tre (6-4, 6-3, 6-4), guadagnandosi il diritto di affrontare l'attuale n.2, Alexander Zverev, che ha battuto Tommy Paul (n.11) in quattro set (7-6, 7-6, 2-6, 6-1).
Domani la caccia all'altro penultimo step semifinale sarà l'obiettivo del campione in carica, Jannik Sinner, che se la vedrà con Alex De Minaur, e di Lorenzo Sonego, opposto a Ben Shelton, col sogno di poter vedere una sfida tinta d'azzurro. Ma intanto c'è da celebrare ancora una volta un Djokovic che a quasi 38 anni giocherà la sua 12/a semifinale del primo slam della stagione, che finora ha vinto dieci volte. E anche questo ha pesato nel nuovo confronto con Alcaraz (così come era avvenuto a Parigi nella finalissima olimpica che lo scorso 4 agosto ha consegnato l'oro a cinque cerchi a Djokovic), che invece a Melbourne non è mai riuscito a esprimersi al suo livello e ha subito la quinta sconfitta su otto scontri diretti, a conferma di una difficoltà anche psicologica ad avere la meglio sull'esperto rivale.
Neanche il problema all'inguine avvertito già nel primo set ha frenato la voglia e la determinazione di 'Djoko' che si è fatto curare per continuare poi quasi imperterrito la sua rimonta, come se i 16 anni di differenza e lo squilibrio nello stato di forma in campo non contassero nulla. "Ho giocato con una gamba e mezza, ma i farmaci hanno fatto effetto, ho preso anche una seconda dose.
Mi sono sentito sempre meglio, ho giocato un paio di ottimi game alla fine del secondo set - ha spiegato a caldo il serbo -. Carlos ha sbagliato da dietro e io ho cercato di sfruttare le mie chance. Poi dal secondo set fino alla fine della partita non ho avuto altre difficoltà".
E di non aver sfruttato quel momento si è autoaccusato Alcaraz: "Ero in controllo ma l'ho lasciato entrare di nuovo in partita. E' stato l'errore più grande che ho fatto - ha detto -. Nel secondo set avrei dovuto giocare un po' meglio solo per spingerlo ancora di più al limite, perchè aveva problemi anche solo a muoversi, ma non l'ho fatto".
C'è quindi un campanello d'allarme nel campo di Djokovic, al fianco del quale sta operando, a quanto pare bene, l'ex avversario Andy Murray, ma è difficile pensare che anche solo con qualche chance di giocarsela il serbo non tenti il tutto per tutto:"Domani capiremo meglio l'entità del problema e il giorno di riposo viene a puntino, vedremo se basterà per essere pronti venerdì contro Sascha che sta giocando il suo tennis migliore".
Zverev farà la sua terza semifinale in Australia, la seconda consecutiva, grazie soprattutto ai due set iniziali vinti al tie break con Paul, il quale ha reagito solo nel terzo per poi affondare definitivamente nel quarto. "Onestamente avrei dovuto essere sotto di due set" ha ammesso nell'intervista in campo con Jim Courier. Guardando a venerdì, quando ancora non sapeva se avrebbe affrontato Alcaraz o Djokovic, il tedesco si è limitato a dire di sentire di "poterli battere entrambi, anche se con Sinner sono i migliori al mondo. So di avere il livello giusto per farlo, l'ho già fatto in passato, spero di poterci riuscire di nuovo".
Il presidente della Repubblica: "Aumentare la nostra eccellente collaborazione"
Identificato un giovane di 24 anni, l'episodio risale allo scorso 8 ottobre