Il Papa lava i piedi ai giovani detenuti
«Io sono al tuo servizio», «chi è più in alto deve essere al servizio degli altri»: «questa è la carezza di Gesù». Così papa Francesco si è rivolto ai ragazzi detenuti nel carcere minorile romano di Casal del Marmo, che ha incontrato per la messa in Coena Domini. A 12 di loro ha lavato i piedi per il rito pasquale del Giovedì Santo. Tra loro anche due ragazze: una serba e musulmana, l'altra italiana e cattolica
«Io sono al tuo servizio», «chi è più in alto deve essere al servizio degli altri»: «questa è la carezza di Gesù». Così papa Francesco si è rivolto ai ragazzi detenuti nel carcere minorile romano di Casal del Marmo, che ha incontrato per la messa in Coena Domini. A 12 di loro ha lavato i piedi per il rito pasquale del Giovedì Santo. Tra loro anche due ragazze: una serba e musulmana, l'altra italiana e cattolica. Una scelta inconsueta, che è stata anche oggetto di riflessione durante l'organizzazione dell'incontro da parte di chi sottolineava che la lavanda dei piedi ricorda l'atto compiuto da Gesù nei confronti dei 12 apostoli. Un aspetto poi superato, perché ha prevalso il più ampio significato simbolico del gesto, tanto più che Bergoglio, da vescovo di Buenos Aires, ha già più volte compiuto il rito della lavanda dei piedi a delle ragazze. Ma per un papa è stata la prima volta. E questo papa lo ha fatto nel segno dell'umiltà, inginocchiandosi fino a terra, lavando e baciando a ciascuno i piedi. Un gesto che ha commosso profondamente i ragazzi: alcuni hanno pianto, uno era talmente scosso dall'emozione che è stato necessario sostituirlo. La celebrazione è stata preceduta dalla messa crismale del mattino con i 1.600 sacerdoti e prelati romani. A loro, prima di benedire gli oli ha detto: «Andare nelle periferie, siate pastori con addosso l'odore delle vostre pecore».
Poi nel pomeriggio il rito nel carcere minorile, concelebrato con il vicario di Roma cardinal Vallini, il quale ha sottolineato che «le parole di papa Francesco hanno toccato tutti». Bergoglio è arrivato a Casal del Marmo poco prima delle 17.30. Ad accoglierlo una lunga fila dei fedeli e degli abitanti del quartiere che si sono disposti lungo la strada che conduce all'istituto carcerario e poi, all'esterno della struttura, operatori e agenti di polizia penitenziaria che operano nel carcere.
Il carcere ospita 49 giovani: 11 sono ragazze. Alcuni sono detenuti per reati molto gravi. «Tutti hanno una storia difficile, e a volte disperata, spesso sono lontani dalle famiglie e dal proprio Paese: per loro da oggi papa Francesco sarà come un papà e così lo hanno chiamato in molti nelle lettere che gli hanno consegnato», ha sottolineato la ministra della Giustizia, Paola Severino, presente alla celebrazione, a cui hanno partecipato un centinaio di persone.
Al termine della messa - una celebrazione semplice, animata dalla musica, i canti e le chitarre dei ragazzi - il papa ha insistito proprio su questo termine incontrando tutti i giovani nella palestra della struttura. I detenuti gli hanno donato una croce e un inginocchiatoio in legno realizzati da loro e il pontefice ha ricambiato con uova di cioccolato e colombe per tutti. «Sono felice di stare qui con voi - ha detto loro Francesco - Avanti e non lasciatevi rubare la speranza. Capito? Sempre con la speranza avanti». «Perché sei qui?», gli ha chiesto un ragazzo. «Perché mi è venuto dal cuore».