Da Papa Francesco un appello di pace
La prima Pasqua di Papa Francesco è una festa che, nelle intenzioni del Pontefice, deve ridare «fiducia» e «speranza». Parole e concetti che papa Bergoglio sottolinea più volte, fin dal videomessaggio per l'ostensione della Sindone nel Sabato Santo, fin dalla solenne Veglia Pasquale in San Pietro, e fino al Regina Coeli di ieri, in cui ha auspicato che «la forza della Risurrezione di Cristo possa raggiungere ogni persona - specialmente chi soffre - e tutte le situazioni più bisognose di fiducia e speranza»
La prima Pasqua di Papa Francesco è una festa che, nelle intenzioni del Pontefice, deve ridare «fiducia» e «speranza». Parole e concetti che papa Bergoglio sottolinea più volte, fin dal videomessaggio per l'ostensione della Sindone nel Sabato Santo, fin dalla solenne Veglia Pasquale in San Pietro, e fino al Regina Coeli di ieri, in cui ha auspicato che «la forza della Risurrezione di Cristo possa raggiungere ogni persona - specialmente chi soffre - e tutte le situazioni più bisognose di fiducia e speranza». E sono concetti al centro anche del suo primo messaggio Urbi et Orbi, con un forte appello per la fine dei conflitti nel mondo, pronunciato domenica dalla loggia della basilica davanti a una Piazza San Pietro traboccante di oltre 250 mila fedeli.
«Pace a tutto il mondo - ha invocato nel messaggio -, ancora così diviso dall'avidità di chi cerca facili guadagni, ferito dall'egoismo che minaccia la vita umana e la famiglia, egoismo che continua la tratta di persone, la schiavitù più estesa in questo ventunesimo secolo». «Pace a tutto il mondo - ha proseguito -, dilaniato dalla violenza legata al narcotraffico e dallo sfruttamento iniquo delle risorse naturali!». «Pace a questa nostra Terra! - ha detto ancora il Pontefice - Gesù risorto porti conforto a chi è vittima delle calamità naturali e ci renda custodi responsabili del creato».
Il Papa ha chiesto la pace per il Medio Oriente, «in particolare tra Israeliani e Palestinesi» perchè «riprendano con coraggio e disponibilità i negoziati». Quindi anche per l'Iraq, e «soprattutto per l'amata Siria», auspicando «che si riesca a trovare una soluzione politica alla crisi». Bergoglio non ha mancato di ricordare i conflitti in Africa, gli attentati e i rapimenti in Nigeria, e, a proposito delle minacce di guerra tra le due Coree, ha fatto appello a che «si superino le divergenze e maturi un rinnovato spirito di riconciliazione».
Al termine del messaggio, come sempre con la semplice talare bianca e senza mozzetta (anche la messa pasquale è stata celebrata con semplicissimi paramenti bianchi), il Papa ha pronunciato gli auguri di Buona Pasqua solo in italiano, e non anche nelle decine di lingue come avveniva con i predecessori.
Poi ha fatto il giro della piazza sulla «campagnola» scoperta, salutando e benedicendo la folla che lo acclamava e fermandosi a baciare neonati e ad abbracciare ed accarezzare giovani disabili.
Decine di migliaia di fedeli sono tornati in Piazza San Pietro anche ieri, Lunedì dell'Angelus, per il Regina Caeli, in cui papa Francesco ha esortato a «esprimere nella vita il sacramento che abbiamo ricevuto». «Cristo - ha detto - ha vinto il male in modo pieno e definitivo, ma spetta a noi, agli uomini di ogni tempo, accogliere questa vittoria nella nostra vita».