Grandi elettori, il 90% sono uomini
Non si sono ancora spente le polemiche sui «saggi», tutti uomini, nominati dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per facilitare l'uscita dallo stallo politico, che - sempre a proposito di quote rosa - un altro innesco si accende sui grandi elettori del nuovo capo dello Stato, inviati a Roma dalle Regioni. Si conta, infatti, sulle dita di una mano l'esiguo drappello femminile: ad esprimere una grande elettrice a testa sono stati infatti solo il Trentino Alto Adige (Rosa Zelger Thaler), l'Umbria, il Molise, la Sardegna e l'Emilia Romagna
Non si sono ancora spente le polemiche sui «saggi», tutti uomini, nominati dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per facilitare l'uscita dallo stallo politico, che - sempre a proposito di quote rosa - un altro innesco si accende sui grandi elettori del nuovo capo dello Stato, inviati a Roma dalle Regioni. Si conta, infatti, sulle dita di una mano l'esiguo drappello femminile: ad esprimere una grande elettrice a testa sono stati infatti solo il Trentino Alto Adige (Rosa Zelger Thaler), l'Umbria, il Molise, la Sardegna e l'Emilia Romagna. E subito è scattata la protesta bipartisan delle parlamentari.
«Un disastro! - sintetizza Valeria Fedeli, vicepresidente Pd del Senato -. Solo 5 donne sui 58 grandi elettori eletti dai consigli regionali per partecipare al collegio di elezione del nuovo presidente della Repubblica. Si parla, giustamente, da giorni della possibilità di una donna al Quirinale, ma quando si arriva al momento di scegliere chi concorrerà ad eleggere il nuovo Presidente, gli uomini preferiscono gli uomini». Per Alessandra Mussolini del Pdl così «continua la vergogna di un Paese oggettivamente nemico di noi donne». Sulla stessa scia Monica Cirinnà, anche lei del Pd, che invita tutti «a una profonda riflessione: questa distorsione mi convince ancor di più che è quanto mai necessario lavorare per eleggere una donna al Quirinale».
Oggi l'assemblea regionale delle Marche chiuderà la rosa delle designazioni regionali. Ma i nomi in lizza sono tutti maschili e non invertiranno di certo il trend dominante. Con buona pace della rappresentanza di genere. Perché, una volta che il Parlamento si riunirà in seduta comune, a decidere chi sarà il nuovo capo dello Stato saranno 714 uomini e 293 donne. Più di quante non ve ne fossero all'elezione di Napolitano, ma sempre poche.