La vera emergenza è il lavoro quasi nove milioni in difficoltà
Tra le persone in età da lavoro ce ne sono 9 milioni che sono in difficoltà: la Cgil lancia l'allarme su disoccupati, scoraggiati e cassaintegrati ma anche lavoratori precari e in part time involontario, sottolineando che c'è stato un aumento del 47,4% di quest'area di «sofferenza e disagio» rispetto al periodo pre-crisi. E sulla necessità di risposte urgenti al Paese si è espresso ieri anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
Tra le persone in età da lavoro ce ne sono 9 milioni che sono in difficoltà: la Cgil lancia l'allarme su disoccupati, scoraggiati e cassaintegrati ma anche lavoratori precari e in part time involontario, sottolineando che c'è stato un aumento del 47,4% di quest'area di «sofferenza e disagio» rispetto al periodo pre-crisi. E sulla necessità di risposte urgenti al Paese si è espresso ieri anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che in un messaggio per ricordare la figura di Massimo D'Antona, ucciso dalle Br 14 anni fa, ha parlato di «crisi angosciante e drammatica» che «impone alle Istituzioni, alle forze sociali e alle imprese la messa in atto di efficaci soluzioni per rilanciare l'occupazione e lo sviluppo economico e sociale del Paese».
Secondo Napolitano è necessario «rilanciare, nel quadro dei valori costituzionali, l'attenzione al ruolo centrale del mondo del lavoro». E la crescita dell'occupazione è l'obiettivo primario del Governo, che ha più volte annunciato l'intenzione di varare entro giugno un pacchetto lavoro che dia maggiori opportunità soprattutto ai più giovani (100.000 in più al lavoro l'obiettivo del ministro Enrico Giovannini).
Intanto la Cgil, con il centro studi Ires, calcola che le persone in difficoltà sono ormai a quota 8 milioni e 750.000 (ultimo trimestre 2012), con una crescita del 10,3% rispetto a un anno prima e del 47,4% rispetto all'ultimo trimestre 2007 (2,8 milioni in più). In particolare la Cgil calcola che l'area della sofferenza (disoccupati, scoraggiati e cassaintegrati) raggiunge i 4,57 milioni, con un aumento del 16,6% sull'ultimo trimestre 2011 e del 70,1% sul periodo pre crisi. Accanto a quest'area ce ne è una di «disagio» (precari e in part time involontario) con 4,17 milioni di persone (+4,2% in un anno, +28,6% rispetto all'ultimo trimestre 2007). «Il tasso di disoccupazione nel nostro Paese - sottolinea il Rapporto - non misura la dimensione reale della platea di chi vorrebbe lavorare», soprattutto quando la crisi economica moltiplica le posizioni border line di quanti si collocano in prossimità del mercato senza prendervi parte attiva.
Diversi solo gli interventi ai quali pensa il Governo: se sembrano ormai certi quelli normativi (e sostanzialmente a costo zero) come quello di riduzione dell'intervallo per i contratti a termine (passato con la riforma Fornero a 60/90 giorni), non sono ancora definiti quelli per i quali è necessario trovare le risorse (dalla staffetta giovani anziani agli sgravi contributivi, al credito di imposta fino ai mini-jobs alla tedesca). I tecnici stanno facendo i conti sui piani di »fattibilità« sul fronte dei costi ed è possibile che già entro due settimane possano essere definiti. «Bisogna mettere mano alla riforma Fornero - ha ribadito il segretario del Pd, Guglielmo Epifani - perchè ci sono cose che non vanno e, al di là delle intenzioni, ha finito per accentuare la precarietà».
Il primo banco di prova sarà quello di mercoledì quando il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini metterà intorno a un tavolo i rappresentanti di sindacati e imprese per una prima valutazione sulle cose da fare per l'occupazione.