Caso Stamina, esperimento in alto mare
A poco più di 24 ore dal termine previsto, il primo agosto, per la consegna del protocollo semplificato del metodo Stamina a base di cellule staminali mesenchimali all'Istituto superiore di sanità (Iss), un nuovo colpo di scena rischia di mettere in forse l'avvio della sperimentazione: Il protocollo è pronto per essere consegnato, annuncia il presidente di Stamina Foundation e ideatore del metodo, Davide Vannoni, ma «mancano le garanzie di trasparenza da parte del ministero della Salute, che ha detto no ad alcune delle richieste avanzate da Stamina»
A poco più di 24 ore dal termine previsto, il primo agosto, per la consegna del protocollo semplificato del metodo Stamina a base di cellule staminali mesenchimali all'Istituto superiore di sanità (Iss), un nuovo colpo di scena rischia di mettere in forse l'avvio della sperimentazione: Il protocollo è pronto per essere consegnato, annuncia il presidente di Stamina Foundation e ideatore del metodo, Davide Vannoni, ma «mancano le garanzie di trasparenza da parte del ministero della Salute, che ha detto no ad alcune delle richieste avanzate da Stamina».
Una doccia fredda per i malati che da una settimana protestano a Roma riuniti in sit-in permanente davanti a Montecitorio chiedendo libertà di cura con le cellule staminali. Proteste andate avanti nonostante il caldo di queste ore, che ha causato malori tra i pazienti, due dei quali sono stati anche ricoverati.
Per i numerosi scienziati che hanno invece criticato il metodo sin dall'inizio, si tratta di una conferma ulteriore della mancanza di basi scientifiche di un metodo duramente criticato anche dalla rivista Nature. I ricercatori - tra i quali Elena Cattaneo e Michele De Luca - si dicono «stupefatti» dallo scambio di messaggi fra il ministero della Salute e Stamina. Nei messaggi, affermano, «scopriamo che l'Istituto Superiore di Sanità e il ministero si preoccupano di dare garanzie a un ente quale Stamina, che non ha prodotto prova alcuna delle cure miracolose che promette». Netta la posizione di Vannoni: «Stiamo valutando in queste ore se consegnare il protocollo standardizzato, così come richiesto, il primo agosto. Il protocollo è pronto, tuttavia - spiega - a fronte del no del ministero ad alcune delle nostre richieste di trasparenza, stiamo ora valutando la consegna del metodo».
Una richiesta giunge pure dai 30 avvocati che seguono i ricorsi sulle cure compassionevoli, riuniti oggi a Roma: un decreto urgente per l'accesso alle cure «per tutti, anche coloro che sono in attesa del pronunciamento del giudice».
Proprio per i malati, la situazione si fa infatti sempre più complicata: al momento, i pazienti che hanno già iniziato lee compassionevoli (circa 40, a Brescia) potranno continuare il trattamento. I pazienti in lista d'attesa (oltre 100), invece, non potranno per ora accedere al metodo.