Il Pontefice: «Senza lavoro non c'è dignita»
Il lavoro fonte di dignità e vita, contro i gruppi di potere che disinteressandosi al bene comune hanno causato la crisi economica globale. Lavoro per tutti, ma che sia degno, non da schiavi, tuteli il riposo e il creato. Lavoro è la parola d'ordine del Papa nel suo viaggio a Cagliari, sollecitato dalla preoccupante situazione economica dell'Isola, dove l'indice di povertà relativa è doppio rispetto al dato nazionale, la metà dei giovani sono senza lavoro e le richieste di aiuto ai centri Caritas aumentano in modo esponenziale.
Il lavoro fonte di dignità e vita, contro i gruppi di potere che disinteressandosi al bene comune hanno causato la crisi economica globale. Lavoro per tutti, ma che sia degno, non da schiavi, tuteli il riposo e il creato. Lavoro è la parola d'ordine del Papa nel suo viaggio a Cagliari, sollecitato dalla preoccupante situazione economica dell'Isola, dove l'indice di povertà relativa è doppio rispetto al dato nazionale, la metà dei giovani sono senza lavoro e le richieste di aiuto ai centri Caritas aumentano in modo esponenziale.
Un appello per il lavoro, per una soluzione alla crisi che non sia assistenziale ma ridia energia e speranza alle persone era già in agenda nel viaggio in Sardegna e nel discorso diffuso dal Vaticano. Ma è stato quando Papa Bergoglio ha ascoltato le tre testimonianze dal mondo del lavoro - un operaio disoccupato dal 2009, una imprenditrice cooperativa e un pastore - che l'appello è uscito dal cuore, tanto che il Pontefice ha completamente abbandonato il testo scritto, si è fatto prossimo alle persone per fare loro «coraggio», non come un «impiegato della Chiesa che dice coraggio e se ne torna a casa, ma come pastore e fratello per lottare insieme, per un sistema giusto, per andare avanti per il lavoro e la dignità, contro un sistema economico che idolatra il denaro, e scarta le persone, i giovani e gli anziani, e butta via chi pensa non serva.
«L'assenza di lavoro - ha detto il Papa - porta alla mancanza di dignità». Quando Francesco Mattana, disoccupato dal 2008, ha ricordato due lavoratori morti sul lavoro, Francesco ha applaudito con tutti i ventimila presenti in Largo Carlo Felice. Il Pontefice ha seguito gli altri interventi, ha poi preso la parola, e il legame tra Buenos Aires e Cagliari che lo ha portato in Sardegna da devozionale per la Madonna di Bonaria si è trasformato in esistenziale: sono figlio di emigranti, ha spiegato il Papa, è per questo che vi posso capire perché conosco la vostra sofferenza. Quindi il suo impegno a farsi coraggio non a livello teorico, ma a fianco di tutti, per cercare e invocare un diverso modello di sviluppo.
All'inizio il discorso del Santo Padre è stato più volte interrotto da applausi, ma a mano a mano che proseguiva la gente è piombata in un silenzio attento. E moltissimi piangevano: giovani donne e anziani, sindacalisti di base e operatori della solidarietà, operai con gli elmetti.