Sul caso Cancellieri il M5S non vuole mollare

Non si placa la tempesta su Anna Maria Cancellieri. Il giorno dopo la bocciatura della mozione di sfiducia alla Camera presentata dal M5S nei confronti della ministra della Giustizia per la vicenda della scarcerazione di Giulia Ligresti, i 5 Stelle tornano all'attacco. E annunciano che oggi chiederanno la calendarizzazione anche al Senato della mozione di sfiducia alla guardasigilli, da loro presentata lo scorso 5 novembre

Non si placa la tempesta su Anna Maria Cancellieri. Il giorno dopo la bocciatura della mozione di sfiducia alla Camera presentata dal M5S nei confronti della ministra della Giustizia per la vicenda della scarcerazione di Giulia Ligresti, i 5 Stelle tornano all'attacco. E annunciano che oggi chiederanno la calendarizzazione anche al Senato della mozione di sfiducia alla guardasigilli, da loro presentata lo scorso 5 novembre.
Intanto il Pd, che alla Camera ha visto prevalere la disciplina di partito, con un no compatto ma sofferto alla sfiducia alla Cancellieri, continua a dividersi. Un disagio che potrebbe indebolire il governo, come aveva constatato subito dopo il voto a Montecitorio il segretario Guglielmo Epifani. Sono soprattutto Matteo Renzi e Pippo Civati a non nascondere i loro mal di pancia per la «blindatura» imposta direttamente dal premier Letta e indirettamente dal presidente Napolitano. Secondo il sindaco di Firenze, a Montecitorio «è stata scritta una brutta pagina». Ma aggiunge: «La Cancellieri ha profondamente sbagliato e avrebbe fatto meglio a andare a casa. Il nuovo Pd non difenderà più casi di questo genere».
E turbato resta Pippo Civati che, pur volendo la testa della Cancellieri, si è adeguato alla linea del partito. Così, pur accettando le critiche della base su Twitter, attacca: «Il Pd è andato in testacoda: se la ministra avesse fatto un passo indietro, al governo non sarebbe successo nulla».

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