Forza Italia e 5 Stelle, attacco a Napolitano
«Camere pienamente legittime», come confermano i principali costituzionalisti, ribadisce il presidente della Repubblica prima di lasciare Milano replicando a quanti sostengono che questo Parlamento dopo la sentenza della Consulta «contiene centinaia di abusivi». Neanche il tempo di raggiungere Roma e si materializza l'asse Forza Italia-Cinque Stelle che nell'attacco al bersaglio grosso, cioè il Quirinale, sembra voler costruire una sorta di strana alleanza con l'obiettivo di far cadere il Governo e tornare alle urne al più presto
«Camere pienamente legittime», come confermano i principali costituzionalisti, ribadisce il presidente della Repubblica prima di lasciare Milano replicando a quanti sostengono che questo Parlamento dopo la sentenza della Consulta «contiene centinaia di abusivi».
Neanche il tempo di raggiungere Roma e si materializza l'asse Forza Italia-Cinque Stelle che nell'attacco al bersaglio grosso, cioè il Quirinale, sembra voler costruire una sorta di strana alleanza con l'obiettivo di far cadere il Governo e tornare alle urne al più presto. A guidare le danze dell'attacco al Colle è ancora una volta Beppe Grillo che ci va giù duro: «Napolitano dal Quirinale non lo smuove nessuno e il fatto che sia stato eletto due volte con il Porcellum e sia un presidente incostituzionale al quadrato non lo turba. Sciolga le Camere e se ne vada», ha tuonato l'ex comico. Gli fa eco Renato Brunetta che si allinea a M5S nella vivacità del linguaggio. «A forza di sopperire e sostituirsi sta completamente scardinando la Costituzione» ha detto l'ex capogruppo alla Camera del Pdl. E ha aggiunto: «non ha poteri né competenze circa la legittimazione del Parlamento».
Ma che aveva detto Giorgio Napolitano da suscitare la nuova reprimenda di Grillo-Brunetta? Il capo dello Stato, conversando con i giornalisti, aveva spiegato di aver letto bene gli interventi di due professori quotati in materia. «Apprezzo molto la risposta di Zagrebelsky e di Onida: gli argomenti dal punto di vista politico e istituzionale sono inoppugnabili e vanno nella direzione opposta» di chi dice che il Parlamento è delegittimato.