Il governo abolisce il finanziamento ai partiti
Il primo a darne notizia è stato Enrico Letta, con un tweet: "Avevo promesso ad aprile l'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti entro l'anno. L'ho confermato mercoledì. Ora in Cdm manteniamo la promessa"
Il primo a darne notizia è stato Enrico Letta, con un tweet: "Avevo promesso ad aprile l'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti entro l'anno. L'ho confermato mercoledì. Ora in Cdm manteniamo la promessa".
E così, di fronte allo stallo creatosi in Senato dopo l'approvazione del testo alla Camera due mesi fa, il governo ha rotto gli indugi e approvato per decreto l'eliminazione graduale (tra il 2014 e il 2017) dei rimborsi elettorali ai partiti, aprendo invece ai cittadini la possibilità di fare donazioni o di destinare il 2 per mille della propria dichiarazione dei redditi al partito preferito. Inoltre, i partiti avranno l'obbligo di certificazione esterna dei bilanci. Il testo passato in Consiglio dei ministri è quello già approvato alla Camera.
L'iniziativa però non è gradita al Movimento 5 Stelle, che del taglio dei costi della politica fa un punto qualificante del proprio programma. Beppe Grillo ha infatti affidato a Twitter la propria replica all'iniziativa annunciata da Letta, e confermata poi da Gaetano Quagliariello e Angelino Alfano, chiedendo al premier di "restituire ora 45 milioni di rimborsi elettrorali del Pd, a iniziare da quelli di luglio". Per i 5 Stelle, insomma, l'iniziativa del governo non è abbastanza, anzi, è l'ennesima truffa ai danni dei cittadini.
Ma l'abolizione fatta così non piace neppure a Forza Italia. Il senatore Altero Matteoli, infatti, considera l'abolizione un "grave errore".