Fiat: Marchionne resterà almeno per altri tre anni
Sergio Marchionne resterà almeno per altri tre anni e seguirà l'esecuzione del piano industriale di Fiat e Chrysler che sarà presentato in maggio. A rassicurare è il presidente del Lingotto, John Elkann, nel corso del Salone dell'Auto. L'operazione Fiat-Chrysler dovrebbe essere chiusa in settimana e nel consiglio di amministrazione del 29 gennaio si discuterà il listing della nuova società, «tecnicamente possibile entro la fine dell'anno», ma anche della sede
Sergio Marchionne resterà almeno per altri tre anni e seguirà l'esecuzione del piano industriale di Fiat e Chrysler che sarà presentato in maggio. A rassicurare è il presidente del Lingotto, John Elkann, nel corso del Salone dell'Auto. L'operazione Fiat-Chrysler dovrebbe essere chiusa in settimana e nel consiglio di amministrazione del 29 gennaio si discuterà il listing della nuova società, «tecnicamente possibile entro la fine dell'anno», ma anche della sede. «È improbabile» che il quartier generale sia in America Latina, afferma l'ad di Fiat e Chrysler, sottolineando che gli Usa, invece, offrono vantaggi in termini di accesso ai mercati di capitale e delle possibilità finanziarie. Comunque, dice Marchionne, parlare di «headquarter è anacronistico» perché significa parlare di domicilio legale che, per esempio, è l'Olanda per Cnh. E se il 29 gennaio sarà una data cruciale per Fiat e Chrysler, altrettanto lo sarà maggio quando sarà presentata la strategia per i prossimi tre anni del gruppo. Tre anni dopo i quali l'ad con il maglioncino nero potrebbe lasciare. Marchionne ribadisce però che il suo eventuale successore dovrebbe essere interno e parlare inglese. «Non mi interessa che parli italiano. Fra le due lingue è importante che parli inglese».
Italiano parlerà sicuramente l'Alfa. Marchionne assicura che «fino a quando ci sarà» lui alla guida «Alfa sarà prodotta in Italia». Il know-how della Ferrari potrebbe essere usato per Alfa. «L'obiettivo è far rientrare tutti i cassaintegrati», aggiunge l'ad, augurandosi che la politica non crei ostacoli. Poi a chi gli chiedeva se governo e sindacati avranno voce nel piano industriale, l'ad risponde: «La grande cosa di essere una società privata è la decidere il proprio futuro».
Intanto sul tavolo c'è il rinnovo del contratto per gli 80 mila lavoratori degli stabilimenti italiani del gruppo Fiat. Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri, hanno ripreso ieri, all'Unione Industriale di Torino, il confronto con Fiat con l'obiettivo di chiudere entro gennaio il rinnovo del contratto di primo livello. Al negoziato non partecipa la Fiom, che ha incontrato da sola l'azienda. La Fiat ha detto no alla richiesta di un tavolo unico e ha parlato di «posizioni inconciliabili».