Napolitano: eutanasia non si eluda il confronto
Dal Quirinale una esortazione al Parlamento riaccende i riflettori sulla condizione di migliaia di malati terminali in Italia. «Richiamerò l'attenzione del Parlamento su l'esigenza di non ignorare il problema delle scelte di fine vita» ha scritto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in una lettera all'Associazione Luca Coscioni, a Carlo Troilo, e al Comitato promotore Eutanasia Legale I tuoi commenti
ROMA - Dal Quirinale una esortazione al Parlamento riaccende i riflettori sulla condizione di migliaia di malati terminali in Italia. «Richiamerò l'attenzione del Parlamento su l'esigenza di non ignorare il problema delle scelte di fine vita» ha scritto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in una lettera all'Associazione Luca Coscioni, a Carlo Troilo, e al Comitato promotore Eutanasia Legale. Che, dopo sei mesi di «silenzio sulla proposta depositata in Cassazione», spingono il Parlamento ad esaminare il progetto di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione della eutanasia, che ha raccolto 67mila firme autenticate e chiedono «l'avvio di una indagine conoscitiva su come si muore in Italia».
«Ritengo anch'io - scrive il Presidente della Repubblica - che il Parlamento non dovrebbe ignorare il problema delle scelte di fine vita e eludere un sereno e approfondito confronto di idee sulle condizioni estreme di migliaia di malati terminali in Italia». Una indicazione di rotta ma anche un testo che testimonia la partecipazione emotiva al Colle sul tema.
«Nell'anniversario della triste data del suicidio di suo fratello Michele - si legge nella lettera di Napolitano a Troilo, in sciopero della fame per protesta contro l'inerzia parlamentare - sento profondamente la drammaticità del travaglio per le disperate vicende dei propri cari».
Nella sede del Partito Radicale a dare testimonianza laica di esperienze della cosiddetta «dolce morte» i familiari di Mario Monicelli (la compagna Chiara Rapaccini), di Carlo Lizzani (il figlio Francesco Lizzani) e di Piergiorgio Welby (la vedova Mina Welby), con video messaggio di Lucia Castellina, per anni compagna di Lucio Magri. Sempre in video, l'oncologo Umberto Veronesi esorta a «sviluppare una medicina della responsabilità dell'individuo. Nel nuovo quadro dei diritti del malato, va perseguito il diritto dell'autodeterminazione: abbiamo l'ovvio diritto di programmare la vita e anche il termine della vita».
Secondo un'elaborazione dell'associazione Luca Coscioni su dati Istat del 2008, in dieci anni si sarebbero verificati in Italia 10.000 suicidi, e 10.000 tentati suicidi di malati. Mario Riccio ha illustrato la «morte all'italiana» che sarebbe praticata nei reparti di rianimazione a seguito della «decisione clinica di non iniziare una terapia o interromperla, o ridurla».
«Opportuno e ragionevole il richiamo del Presidente» commenta dal Comitato nazionale di bioetica Lorenzo D'Avack. Coi senatori del Pd che chiedono di calendarizzare il ddl su fine vita. «In un confronto finalizzato esclusivamente a garantire la libertà e la dignità della persona» ha auspicato Sandro Bondi, senatore di Forza Italia.