Papa lava i piedi ai disabili «Siate servitori gli uni degli altri»
«L'eredità che Gesù ci lascia è quella di essere servitori gli uni degli altri». È quanto ha affermato Papa Francesco nella breve omelia pronunciata ieri durante la messa al Centro Don Gnocchi di Roma, incentrata sul rito della lavanda dei piedi compiuto a dodici disabili. «Adesso - ha detto il Pontefice prima di accingersi alla lavanda - io farò questo gesto: ma tutti noi, nel cuore nostro, pensiamo agli altri, pensiamo all'amore che Gesù ci dice che dobbiamo avere per gli altri. E pensiamo anche come possiamo servire meglio le altre persone, perché così ha voluto Gesù da noi»
«L'eredità che Gesù ci lascia è quella di essere servitori gli uni degli altri». È quanto ha affermato Papa Francesco nella breve omelia pronunciata ieri durante la messa al Centro Don Gnocchi di Roma, incentrata sul rito della lavanda dei piedi compiuto a dodici disabili.
«Adesso - ha detto il Pontefice prima di accingersi alla lavanda - io farò questo gesto: ma tutti noi, nel cuore nostro, pensiamo agli altri, pensiamo all'amore che Gesù ci dice che dobbiamo avere per gli altri. E pensiamo anche come possiamo servire meglio le altre persone, perché così ha voluto Gesù da noi».
I 12 disabili a cui Francesco ha umilmente lavato e baciato i piedi, inginocchiandosi davanti a ciascuno di loro, hanno tra i 16 e gli 86, e sono affetti da patologie invalidanti, per alcuni temporanee per altri croniche. Tra tra loro ci sono tre stranieri, compreso un libico di religione musulmana.
Il più giovane è Osvaldinho, di 16 anni, originario di Capo Verde e residente a Roma da tempo. Dopo un tuffo in mare, nell'agosto dello scorso anno ha riportato un trauma vertebro-midollare con tetraplegia immediata: gli arti paralizzati, completamente immobile, costretto su una sedia a rotelle.
La più anziana è invece Angelica, 86 anni, originaria di Maenza (Latina), contadina per tutta la vita, sposata con un armeno, tre figli. Rimasta vedova a 39 anni, nell'88 ha avuto il primo intervento per protesi all'anca sinistra, ripetuto per una sostituzione nel 93. Nell'agosto dello scorso anno, la caduta con frattura scomposta dell'anca già operata e di varie costole.
È in riabilitazione. Il musulmano, invece, è Hamed, 75 anni, originario della Libia. Ha lavorato alla Camera del Commercio Italo-Araba. Per un incidente stradale, ha subito gravi danni neurologici.