«Così catturai 22 anni fa il serial killer di Bolzano»

La città di Bolzano da anni vive con l'ombra di un serial killer che uccide giovani donne. Il 6 agosto del '92, esattamente 22 anni fa, l'ultima macabra scoperta: il corpo di una giovane, Marika Zorzi, viene trovato lungo una strada in una pozza di sangue, uccisa con 41 coltellate. Oggi Alessandro Arervo, 29 anni all'epoca, il poliziotto che catturò il killer, racconta quei drammatici momenti

marco bergamoLa città di Bolzano da anni vive con l'ombra di un serial killer che uccide giovani donne. Il 6 agosto del '92, esattamente 22 anni fa, l'ultima macabra scoperta: il corpo di una giovane, Marika Zorzi, viene trovato lungo una strada in una pozza di sangue, uccisa con 41 coltellate. Oggi Alessandro Arervo, 29 anni all'epoca, il poliziotto che catturò il killer, racconta quei drammatici momenti.
  

È l'alba e l'agente assieme ad alcuni colleghi è ormai alla fine del turno di lavoro. Prima di tornare in questura si decide
di bere un caffè. Mentre la pattuglia è alla ricerca di un bar aperto, vedono passare una Seat Ibiza rossa. Arervo ricorda che
una testimone aveva visto una vettura simile allontanarsi a gran velocità dal luogo dell'ultimo delitto. I poliziotti decidono di
fermare l'auto. Mentre il guidatore, un giovane con i baffetti, fa manovra, gli agenti notano che l'auto ha un parabrezza
danneggiato. L'auto di ferma e l'agente nota che il guidatore presenta evidenti segni di graffiature alle braccia: «Come se li
è procurati?», chiede al giovane uomo. «Sono caduto con il motorino, risponde quello che sarà identificato come Marco Bergamo, bolzanino, 26 anni all'epoca dei fatti, successivamente condannato all'ergastolo per cinque omicidi, tre dei quali
confessati.

 

Arervo, all'uomo che ormai è visibilmente impallidito, chiede conto del parabrezza danneggiato. «Me lo hanno spaccato degli sconosciuti", risponde Bergamo tremando, ma il poliziotto ha i suoi dubbi: «Avevo infatti notato - dice in un'intervista al quotidiano in lingua tedesca Tageszeitung - che la rottura era fatta dall'interno. Gli agenti notano poi un altro particolare che non quadra: nell'auto manca il sedile accanto al guidatore. «E così - racconta il poliziotto - decidemmo di perquisire la vettura. Nel bagagliaio trovammo le foderine dell'auto inzuppate di sangue, il sedile mancante e la carta d'identità dell'ultima vittima, Marika Zorzi».


In quel'alba di 22 anni fa terminò così per sempre la carriera del serial killer di Bolzano e fu un sospiro di sollievo per tutta la città. «Per me - ricorda l'agente - fu una soddisfazione irripetibile, dovuta certo anche ad un pizzico di fortuna: mi ero trovato nel posto giusto al momento giusto. A catturare il killer, è vero, sono stato io, ma fu il risultato di un lavoro di squadra durato anni, portato avanti, assieme, da tutte le forze dell'ordine, dalla polizia, dai carabinieri, dalla Procura».

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