Uccise la ex fidanzata: 30 anni a Ciccolini
È stato condannato a trent'anni di reclusione l'avvocato veronese Vittorio Ciccolini, giudicato colpevole dell'omicidio della ex fidanzata, Lucia Bellucci La mamma di Lucia: «Ora preghi per lei»
È stato condannato a trent'anni di reclusione l'avvocato veronese Vittorio Ciccolini, giudicato colpevole dell'omicidio della ex fidanzata, Lucia Bellucci. La donna, 31 anni, venne uccisa il 9 agosto 2013, nei pressi di Madonna di Campiglio. I carabinieri di Verona avevano ritrovato il corpo della vittima nell'auto di Ciccolini.
Il giudice Carlo Ancona ha accolto pienamente la richiesta avanzata dal pubblico ministero Maria Colpani e condannando Vittorio Ciccolini al massimo della pena prevista con il rito abbreviato, ovvero appunto i 30 anni di reclusione. Considerate tutte le aggravanti (premeditazione, minorata difesa, motivi abietti) ed esclusa ogni possibile attenuante (né le generiche né la semi infermità mentale).
Per Ciccolini, non presente in aula, l'udienza di oggi è iniziata alle 11.30 ed è terminata dopo quasi tre ore. Respinta come inammissibile un'ultima perizia
della difesa, la condanna del giudice Carlo Ancona, oltre ai 30 anni di reclusione, ha deciso per l'avvocato veronese anche l'interdizione dai pubblici uffici e risarcimenti danni per il padre Giuseppe e la madre Maria Pia, per i loro due figli Elisa e Carlo, per il marito separato della Bellucci e per il suo compagno dell'epoca dell'omicidio. Risarcimento escluso invece per l'associazione anti-femminicidio Isolina, ma solo perché ritenuto da decidere in separata sede con giudizio civile. Le
motivazioni sono attese entro 40 giorni.
«Ho apprezzato la rapidità con cui è stata emessa la sentenza - ha commentato il legale della famiglia Bellucci, Giuseppe Grandi - con un dispositivo che la famiglia prende in positivo, pur nel dramma totale di un simile caso. Si tratta di un episodio - ha aggiunto - che rientra in un fenomeno di estrema gravità sociale».
La vittima, Lucia Bellucci, 31 anni, marchigiana, responsabile della spa dell'hotel Chalet del Brenta di Madonna di Campiglio, era stata assassinata con quattro coltellate al cuore. Era sparita il venerdì 9 agosto dell'anno scorso, dopo una cena al «Mezzosoldo» di Mortaso, in val Rendena, in compagnia dell'ex fidanzato.
Era stato lo stesso Ciccolini, interrogato dagli inquirenti, a chiarire quello che era successo in val Rendena. «Sì l'ho uccisa - aveva raccontato - Il suo cadavere è sulla mia auto, nel garage, a casa di mia mamma in Borgo Roma. Lei non sa niente, è in vacanza». L'uomo, oggi 46enne, era uno stimato avvocato di Verona. Dopo la cena e il delitto, Ciccolini aveva caricato il corpo in auto ed era tornato in Veneto. Aveva parcheggiato la sua auto, una Bmw serie 1, nella rimessa in via Verde da Salizzole 14, a Borgo Roma, quartiere di Verona. Da lì in poi aveva cominciato a vagare senza apparente meta fino al momento dell'arresto. I militari lo avevano individuato sui Bastioni e lui aveva anche tentato una breve, inutile fuga: era in evidente stato confusionale.
La mamma di Lucia: «Ora preghi per lei»