Il Papa: «Servono nuove forme nei rapporti di lavoro»
Papa Francesco invita a ripensare i rapporti di produzione e il lavoro, in un videomessaggio inviato al Festival della Dottrina sociale in programma a Verona da oggi a domenica.
«Prendere l’iniziativa - afferma il pontefice - significa sviluppare un’impresa capace di innovazione non solo tecnologica; occorre rinnovare anche le relazioni di lavoro sperimentando nuove forme di partecipazione e di responsabilità dei lavoratori, inventando nuove formule di ingresso nel mondo del lavoro, creando un rapporto solidale tra impresa e territorio. Prendere l’iniziativa significa superare l’assistenzialismo. Vivere questo tempo intensamente porta a scommettere su un futuro diverso e su un diverso modo di risolvere i problemi».
Poi, Francesco porta un esempio: «Mi hanno raccontato di un papà che ha un figlio down. Per questo figlio il padre ha fatto tutto e ha usufruito dei servizi che sono messi a disposizione dagli enti pubblici per l’istruzione, la cura, la vita sociale. Ma non si è accontentato. Per suo figlio voleva pensare qualcosa che gli desse più dignità e più autonomia. Si è inventato una cooperativa costituita da ragazzi down, ha studiato un lavoro adatto a loro, ha fatto una convenzione con un’azienda profit per la vendita dei loro prodotti...; insomma, ha creato le premesse lavorative con le quali suo figlio può costruirsi il suo futuro e la sua sana autonomia». Per il Papa, questo «è un esempio di andare oltre».
«Fermarsi - sottolinea - significa chiedere ancora e sempre allo Stato o a qualche ente di assistenza, muoversi significa creare nuovi processi. E qui è il segreto: creare nuovi processi e non chiedere che ci diano nuovi spazi. Questi nuovi processi non sono il risultato di interventi tecnici, sono i risultati di un amore, che, sollecitato dalle situazioni, non è contento finchè non inventa qualcosa e diventa risposta».
Il pontefice prosegue richiamando la questione dell’utilizzo delle risorse pubbliche: «Oggi si dice che tante cose non si possono fare perchè manca il denaro, si sottolineano molto i soldi che mancano per creare lavoro. Ma il denaro per acquistare armi si trova, per fare le guerre, per operazioni finanziarie senza scrupoli, si trova. Anche in ambito economico è urgente prendere l’iniziativa, perchè il sistema tende ad omologare tutto e il denaro la fa da padrone. Il sistema ti porta a questa globalizzazione non buona che omologa tutto. E il padrone di questa omologazione chi è? È il denaro».
Secondo il Pontefice, «prendere l’iniziativa in questi ambiti significa avere il coraggio di non lasciarsi imprigionare dal denaro e dai risultati a breve termine diventandone schiavi. Occorre un modo nuovo di vedere le cose!. Il vero problema - spiega Bergoglio - non sono i soldi, ma le persone: non possiamo chiedere ai soldi quello che solo le persone possono fare o creare. I soldi da soli non creano sviluppo, per creare sviluppo occorrono persone che hanno il coraggio di prendere l’iniziativa».
Il messaggio insiste sul tema della crisi: «La situazione di crisi sociale ed economica nella quale ci troviamo può spaventarci, disorientarci o farci pensare che la situazione è così pesante da concludere che noi non possiamo farci niente. La grande tentazione è fermarsi a curare le proprie ferite e trovare in questo una scusa per non sentire il grido dei poveri e la sofferenza di chi ha perso la dignità di portare a casa il pane perchè ha perso il lavoro. E quelli che cercano soltanto di curare le proprie ferite, finiscono truccandosi. Questa è la trappola. Il rischio è che l’indifferenza ci renda ciechi, sordi e muti, presenti solo a noi stessi, con lo specchio davanti, per cui tutto avviene nella nostra estraneità. Uomini e donne chiusi in sè stessi. C’era qualcuno così che si chiamava Narciso... Quella strada, no».