Euro falsi, Napoli capitale mondiale
A un tedesco rifilarono persino una banconota da 300 euro, taglio mai esistito. Con la stessa insolente audacia di chi tenterebbe di vendere a uno scozzese una bottiglia di rosolio rubata dalla credenza della nonna e spacciata per whisky di malto.
Somiglia a una barzelletta fondata su luoghi comuni antichi e saccheggiati di continuo dal cinema e dalla letteratura, sulla fantasia un po' malandrina dei napoletani contrapposta alla credulità dei crucchi. Invece è solo uno dei risvolti di una realtà ben più seria emersa dalle indagini dei carabinieri che hanno smascherato una rete, la Napoli Group, che ha inondato l'Europa e il mondo di banconote e monete false tanto da mettere in allarme la Bce. Undici le organizzazioni scoperte, ciascuna con compiti specifici: dallo stoccaggio al trasporto alla spendita al minuto delle banconote. Una indagine dai grandi numeri quella coordinata dalle procure di Napoli e Santa Maria Capua Vetere (il procuratore aggiunto Filippo Beatrice e i pm Giovanni Conzo e Gerardina Cozzolino) e condotta dai carabinieri dei comandi provinciali di Napoli e Caserta e del Nucleo falsificazioni. Gli investigatori hanno individuato una stamperia clandestina ad Arzano (Napoli) e una zecca a Gallicano (Roma, nella foto ). In due anni sono state arrestate in flagranza una trentina di persone e sono stati raccolti gli elementi che hanno convinto il gip Dario Gallo a firmare le ordinanze cautelari: 29 arresti in carcere, 10 ai domiciliari, 12 di ieri di dimora e cinque obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. È stato calcolato che alla sigla Napoli Group - diverse organizzazioni, ciascuna autonoma - è riconducibile addirittura il 90 per cento dell'intero traffico mondiale di euro falsi, come ha sottolineato il procuratore di Napoli Giovanni Colangelo.
L'indagine, che si riferisce al biennio 2012-2013, si è avvalsa di intercettazioni telefoniche: le monete, in particolare, venivano indicate come «scarpe», «pavimenti», «cartoline» e «gnocchi». Denaro ma non solo: falsificavano anche «Gratta e vinci» e marche da bollo.
Nell'inchiesta è stata coinvolta anche Domenica Guardato, la mamma della piccola Fortuna vittima di abusi, morta (forse uccisa) dopo essere caduta da un balcone a Caivano. Per lei è stato disposto il divieto di dimora a Caivano. Avrebbe acquistato consistenti quantità di banconote contraffatte da Giuseppe Manzo, un vicino di casa, arrestato ieri mattina. Soldi che avrebbe rivenduto ad acquirenti abituali che provvedevano a spenderle in negozi e supermercati.