Robol (Pd): «Noi e l'Upt stessa cultura politica»
«Guardo con molto rispetto al dibattito interno dell’Upt per capire cosa sta succedendo, colgo positivamente come Pd l’apertura al confronto contenuta nel loro documento: condividiamo infatti la sensibilità di chi si sente parte di una comune cultura politica di centrosinistra». Giulia Robol, segretaria provinciale del Pd, è pronta a cogliere i segnali di apertura e le nuove forme di collaborazione che si prefigurano dal passaggio non facile del Parlamentino dell’Upt di lunedì sera, dove il partito di Lorenzo Dellai si è messo in discussione - cominciando dalle prossime elezioni comunali - per rilanciare il progetto del centrosinistra autonomista.
«Sono d’accordo - aggiunge Robol - che vada trovato il modo per reinterpretare insieme una coalizione che si sta sfarinando. Credo che gradualmente, nel medio periodo, si possano ricomporre le anime di Pd e Upt che a suo tempo fecero scelte diverse. Sappiamo tutti che si sta andando verso uno scenario di semplificazione del quadro partitico, sarà nelle cose, ma invece che lasciare che accada lentamente possiamo cercare insieme di governare questo processo lavorando su quello che ci unisce».
La segretaria del Pd vuole dimostrare dunque la sua disponibilità al confronto senza però forzare, sapendo che la discussione nell’Upt sulla prospettiva politica è tutt’altro che conclusa. E Robol non pensa che alle imminenti elezioni comunali del 10 maggio il Pd possa partecipare alle «sperimentazioni» dell’Upt sulle liste. «Nei grandi comuni - dice Robol - come Trento, Rovereto, Riva e Pergine sicuramente ci sarà un discorso di coalizione e ci saremo con le nostre liste, nei comuni più piccoli non sempre sarà facile tenere insieme la coalizione perché ci sono logiche territoriali e non mi spaventerei per questo».
Il consigliere provinciale del Pd, Luca Zeni, che era tra coloro che avevano partecipato alla convention di Dellai «180 secondi» a Sanbapolis, valuta in modo molto positivo la convergenza trovata all’interno dell’Upt sulla proposta di Dellai. «Da quello che ho visto - dice Zeni - è stata decisa una linea interessante che è quella di ribadire ancora una volta il valore della coalizione, più allineati alle posizioni del Pd in un’ottica di apertura alle dinamiche nazionali in cui si deve inserire. È un passaggio positivo perché l’Upt si sta rendendo conto che il Trentino non è autosufficiente. È interesse comune - insiste Zeni - rafforzare nella coalizione sensibilità che sono molto vicine. Sappiamo bene, infatti, che alle elezioni politiche buona parte degli elettori dell’Upt votano il Pd, c’è una vicinanza politica e di appartenenza al centrosinistra. Penso che alle elezioni comunali prossime non sarà facile che si realizzino liste comuni fra Pd e Upt, perché il Pd sui territori ha la sua identità e sta già facendo le sue selezioni per le liste, però certo l’Upt con questa sua dichiarata volontà di mettersi in movimento potrebbe riuscire a rilanciare le sue motivazioni coinvolgendo persone e associazioni disposte così a rafforzare la proposta di centrosinistra. È lo scatto che serve».
Né Zeni, né Robol lo dicono apertamente, ma è chiaro che è un interesse comune del Pd e dell’Upt che nelle elezioni comunali del 10 maggio non si rafforzi troppo il Patt, che come è a tutti noto si sta muovendo per riuscire a surclassare l’Unione soprattutto nelle grandi città come Trento e Rovereto, dove gli autonomisti non hanno mai avuto una presenza significativa e che ora invece puntato a diventare il secondo partito conquistando la poltrona di vicesindaco cambiando la fisionomia di una coalizione che è innanzitutto di centrosinistra - con i fondatori Pd e Upt - e poi autonomista.