Alessandro Olivi «striglia» il Pd e avvisa Rossi: nel 2018 tocca a noi

"La discussione deve aprirsi al di fuori dei circuiti corti delle strutture partitiche, di metodo, di procedure e grammatica politica. Il Pd, soprattutto in Trentino, rischia di morire. Voglio dare una scossa rispetto al torpore dentro a un Pd troppo preso dall'estenuante esercizio della critica fine a se stessa". Lo ha detto Alessandro Olivi, vicepresidente e assessore della Provincia, che stasera a Trento ha organizzato con gli amministratori del suo partito, ma non solo, un incontro di riflessione politica.

Un incontro nella sede Cavit di Ravina che, compresi la segretaria del Pd Trentino, Giulia Robol, il capogruppo in Consiglio provinciale, Alessio Manica, e l'assessore comunale Italo Gilmozzi e una serie di consiglieri ha raccolto tanta partecipazione da dovere predisporre anche uno schermo esterno alla sala, dopo che invece nei giorni scorsi aveva creato tensione innanzitutto all'interno del Pd.

"Serve un Pd autonomistico - ha detto Olivi -. L'Autonomia è una virtù sociale: il Pd deve rappresentarne la ricchezza del suo pluralismo culturale. Con il Patto per lo sviluppo e il lavoro ci siamo presi tutti degli impegni tutti. La
concertazione può essere un valore aggiunto. Dobbiamo deciderci a essere un partito di governo. Abbiamo toccato il fondo con le primarie: basta con chi pensa di vincere senza lottare, basta con chi, pur di non far vincere qualcuno, fa perdere il Pd. Non serve un Pd pacificato e imbalsamato, ma un Pd coraggioso e innovativo".

Olivi poi ha detto: "No al contenitore magmatico del "Partito dei Trentini". Sì a un Pd territoriale. Il Pd è la risposta alla deriva conservatrice di stampo pantirolese. La sfida di Dellai? Il progetto politico di Rossi? Io rispondo che sarà il Pd a costruire un nuovo progetto per la coalizione. Un progetto senza integralismi di partito, ma con la schiena dritta. Questo partito - ha poi aggiunto - ha consumato tante persone che hanno cercato di dare qualcosa di più: io in questo tritacarne non ci voglio finire. Serve un Pd più vicino al mondo del lavoro e alle persone in difficoltà". 

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